
Roma, il centro di accoglienza era la base per il traffico di droga

Un centro di accoglienza per richiedenti asilo e rifugiati trasformato in base logistica per un vasto traffico di droga. È quanto scoperto a Roma, in via della Riserva Nuova, dove una maxi-operazione coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia ha portato all’arresto di 19 persone, con altre 8 ancora ricercate.
L’indagine, denominata “Tibus”, ha svelato un’organizzazione criminale complessa, composta da due gruppi distinti, uno albanese e uno nigeriano, che operavano in una sorta di “joint venture”. Il gruppo albanese si occupava di far arrivare ingenti quantitativi di marijuana dall’Albania, via mare, fino alle coste pugliesi, per poi trasportarla a Roma. Qui, la droga veniva venduta ai nigeriani, che la smistavano in diverse zone della Capitale e la rivendevano.
I nigeriani, sfruttando la loro presenza all’interno del centro di accoglienza, reclutavano corrieri tra i migranti, giovani incensurati con permesso di soggiorno provvisorio, che venivano inviati in Italia e in altre città europee per consegnare la droga. Questi giovani, spesso in condizioni di vulnerabilità, venivano “arruolati” con la promessa di guadagni facili, ma finivano per essere sfruttati dall’organizzazione.
L’organizzazione utilizzava un linguaggio in codice per comunicare e cellulari di vecchia generazione per eludere i controlli. Non mancavano momenti di tensione e minacce, soprattutto da parte degli albanesi nei confronti dei nigeriani, in caso di mancato pagamento. Le intimidazioni erano frequenti, con frasi come “ti ammazzo” o “ti taglio le gambe“.
Nel corso delle indagini, iniziate nel 2018, sono state arrestate in flagranza 147 persone e sequestrati 900 chili di marijuana e 90mila euro in contanti. La collaborazione delle forze dell’ordine italiane con quelle albanesi, spagnole e francesi è stata fondamentale per smantellare l’intera rete criminale, che aveva ramificazioni in diverse città europee.