
Roma, fermato al Ghetto un irregolare del Ciad armato di coltello

Attimi di tensione ieri mattina al Ghetto di Roma, nel pieno delle celebrazioni del Rosh Hashanà, il Capodanno ebraico. In piazza delle Cinque Scole, un giovane di 29 anni, originario del Ciad, si è avvicinato a un gruppo di persone che stava uscendo dalla Sinagoga. L’uomo, scalzo, dall’aspetto emaciato e con lo sguardo perso nel vuoto, teneva con sé un coltello nascosto nei pantaloni, atteggiamento che ha subito destato l’allarme tra i presenti.
La scena non è sfuggita agli uomini della sicurezza e agli agenti di polizia, presenti in gran numero nell’area a causa del livello d’allerta innalzato dopo l’escalation di violenza in Medio Oriente. Il 29enne è stato immediatamente fermato e portato negli uffici del commissariato di zona.
Una volta condotto al commissariato Trevi Campo Marzio, il giovane ha reagito con violenza: in preda a un accesso d’ira, si è scagliato contro i poliziotti arrivando a puntare il coltello contro di loro. Gli agenti lo hanno immobilizzato e arrestato con l’accusa di minacce, resistenza a pubblico ufficiale e porto abusivo di oggetti atti a offendere.
Oggi il 29enne comparirà davanti al giudice per la direttissima a piazzale Clodio. Durante gli interrogatori di ieri, l’uomo ha mantenuto un atteggiamento di totale chiusura, rifiutandosi di fornire spiegazioni sul motivo della sua presenza davanti al Tempio Maggiore dopo aver attraversato il Tevere da ponte Garibaldi.
Secondo quanto ricostruito dagli investigatori, il giovane non sarebbe nuovo a episodi di aggressività. Già lo scorso anno era stato fermato a Roma durante una rissa e denunciato per resistenza a pubblico ufficiale. Risultano inoltre tracce del suo passaggio in Calabria, dove a settembre 2023 aveva presentato richiesta di protezione internazionale a Cosenza. La domanda era stata respinta a causa della sua condizione di irregolarità sul territorio nazionale.
Dopo un breve soggiorno a Reggio Calabria, l’uomo è tornato a Roma. Alcuni testimoni, presenti al momento del fermo, hanno riferito di aver visto «un ragazzo che sembrava fuori di sé, con lo sguardo fisso, forse drogato». Ora le autorità stanno valutando l’ipotesi di un rimpatrio, considerata la pericolosità e la mancanza di titolo per restare in Italia. E già solo il fatto che si stia “valutando l’ipotesi” e non si sia dato corso immediato al rimpatrio di un individuo pericoloso, senza fissa dimora e clandestino, la dice lunga sull’inefficacia delle regole vigenti.