
Roma, dramma al Tiburtino: bimbo di 12 anni precipita dal terzo piano

Una tragedia improvvisa ha sconvolto ieri mattina il quartiere Tiburtino, a Roma. Un bambino di 12 anni è precipitato dal terzo piano di un palazzo in via Beniamino De Ritis 21, davanti agli occhi disperati della madre, Santina, che ha assistito impotente alla scena. Il piccolo, in città con la famiglia per la laurea del cugino, si trovava in una casa vacanze insieme ai genitori e alla sorellina. L’impatto è stato devastante: il bambino ha fatto un volo di circa dieci metri, urtando prima il cofano di un furgone parcheggiato e poi l’asfalto. «Ripeteva il nome del figlio e cercava di scuoterlo, mentre il marito urlava “è colpa tua!”», racconta ancora sconvolta Maria Grazia Passini, titolare di un’erboristeria della zona.
Erano da poco passate le 11.30 quando il ragazzino, dopo aver visto uscire la sorellina con lo zio, si è sporto dal balcone per salutarla. Un gesto d’affetto trasformatosi in un dramma. Secondo la prima ricostruzione, si sarebbe sbilanciato oltre la ringhiera, precipitando nel vuoto. I genitori, che si trovavano in casa, sono corsi in strada gridando. Gli abitanti della via, allertati dalle urla, sono accorsi per prestare i primi soccorsi. «Il piccolo non era cosciente, sembrava morto. La madre era fuori di sé, urlava disperata», ha raccontato Monica Marconi, una commessa che ha provato a calmare la donna in attesa dell’arrivo dei soccorsi.
Sul posto sono intervenuti i sanitari del 118, che hanno trasportato il bambino d’urgenza all’ospedale Bambino Gesù, dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico per una grave emorragia cerebrale. Le sue condizioni restano critiche: è ricoverato in prognosi riservata, con fratture multiple a gambe e braccia. Gli agenti della Squadra Mobile e della Scientifica hanno effettuato rilievi accurati sia nell’appartamento sia in strada. Sono stati sequestrati due furgoni, tra cui quello su cui il bambino è atterrato, per verificare la dinamica dell’impatto.
La Procura non ha ancora aperto un fascicolo, ma le indagini proseguono. L’ipotesi principale resta quella dell’incidente domestico, compatibile con il racconto dei genitori. Tuttavia, gli agenti non escludono altre possibilità, compresa quella di un gesto volontario o di una dinamica diversa da quella descritta. A insospettire gli investigatori sono la distanza tra il balcone e il punto d’impatto — giudicata inconsueta per una semplice caduta — e la testimonianza di un vicino, che avrebbe sentito una lite tra i genitori pochi minuti prima della tragedia.
Nel pomeriggio, terminati i rilievi, la strada è stata riaperta al traffico. Ma in via De Ritis resta il silenzio, interrotto solo dal ricordo delle urla disperate di una madre e dal dolore di un quartiere sotto choc.