
Roma, disabile drogato e derubato dopo una notte di alcol e cocaina
Un caso inquietante approda in tribunale a Roma, dove una donna è finita a processo con l’accusa di furto aggravato ai danni di un uomo disabile di 54 anni. Secondo la ricostruzione della Procura, l’imputata – poco più giovane della vittima – avrebbe somministrato un sonnifero all’uomo dopo una serata trascorsa tra alcol e cocaina, per poi derubarlo del portafoglio, dei documenti e delle carte bancarie.
I fatti risalgono a dicembre 2022. L’uomo e la donna si conoscevano da tempo e, pur non avendo una relazione, si frequentavano spesso. Il 54enne, affetto da disabilità motorie, la ospitava saltuariamente poiché lei era senza fissa dimora. Quella sera, insieme a un amico, avevano cenato a casa dell’uomo, bevendo molto. Verso l’una di notte, l’amico se ne era andato, mentre gli altri due si erano recati fuori per procurarsi una dose di cocaina. Tornati nell’appartamento, l’avevano consumata insieme.
Da quel momento, l’uomo non ricorda più nulla: «Ho perso i sensi e non mi ricordo più niente», ha dichiarato in aula durante la deposizione. Racconta di essersi risvegliato nel pomeriggio successivo, in preda a forti malori e incapace persino di sedersi sulla sedia a rotelle.
Quando ha ripreso conoscenza, il 54enne si è accorto che il suo portafoglio e il giubbotto erano scomparsi. «Oltre ai documenti avevo 150 euro in contanti e la tessera del reddito di cittadinanza», ha spiegato in tribunale. Sul tavolino del salone, invece, ha trovato una scatola vuota di sonniferi che lui stesso aveva comprato per la donna: «Mi aveva detto che non dormiva, ma io non posso prenderli per la mia salute».
Dopo essere stato soccorso e ricoverato, ha scoperto che sulla carta di credito erano state fatte due transazioni in un negozio di abbigliamento femminile per alcune centinaia di euro. «Mi era appena arrivata la pensione e avevo qualcosa da parte», ha aggiunto la vittima con amarezza.
La donna, oggi irreperibile, nega ogni responsabilità e sostiene di aver lasciato la casa senza accorgersi di nulla. «Forse ho lasciato la porta aperta quando sono andata via», avrebbe detto in un colloquio successivo. Tuttavia, per gli inquirenti, la sua versione appare poco credibile.
Il procedimento, seguito dal pubblico ministero Antonio Clemente, proseguirà a gennaio, quando la donna sarà chiamata a testimoniare in aula. Nel frattempo, le indagini proseguono per verificare la piena responsabilità dell’imputata e chiarire le modalità con cui la vittima sarebbe stata sedata e derubata.