
Roma, corteo Pro Pal: solito spettacolo di guerriglia urbana

Un fiume umano ha attraversato Roma da Porta San Paolo a San Giovanni, tra bandiere palestinesi, cori, musica e slogan contro il Governo. Gli organizzatori hanno parlato di “più di un milione di persone”, mentre la Questura ha stimato circa 250mila partecipanti. Famiglie, studenti, sindacati, collettivi e movimenti di sinistra hanno sfilato pacificamente per ore, invocando la pace e gli aiuti umanitari per la popolazione di Gaza.
Ma non sono mancati momenti di tensione. Già lungo il percorso sono apparsi vessilli di Hamas, cori come “Israele terrorista” e soprattutto uno striscione che inneggiava al “7 ottobre, giornata della resistenza palestinese”, in riferimento all’attacco di Hamas del 2023. Un messaggio che ha sollevato sdegno e polemiche, anche all’interno della sinistra, per il chiaro rimando a un episodio di terrorismo in cui furono uccise oltre 1.200 persone.
Con il calare della sera, la manifestazione si è trasformata in caos e violenza. Gruppi di antagonisti incappucciati hanno deviato dal corteo all’altezza di via Labicana per dirigersi verso il Centro, dando il via a scontri con la polizia nei pressi di Santa Maria Maggiore. Gli agenti hanno risposto con idranti e cariche di alleggerimento.
Cassonetti incendiati, bombe carta, auto danneggiate e vetrine infrante: Roma si è trasformata in un campo di battaglia. Una volante della polizia è stata vandalizzata, mentre una giornalista è stata minacciata e costretta a cancellare foto dei black bloc. Il bilancio parla di 41 feriti tra le forze dell’ordine, due arresti e 262 identificazioni, con accuse di resistenza, danneggiamento e adunata sediziosa.
Le forze dell’ordine avevano già intercettato segnali preoccupanti: ai caselli autostradali erano stati fermati pullman provenienti da Campania e Toscana con maschere antigas, aste metalliche e abbigliamento da travisamento. Anche cinque minorenni, arrivati da Pisa, sono stati bloccati con fumogeni e bombolette spray.
Nonostante gli scontri, il corteo ha mantenuto una forte valenza politica e antigovernativa. Molti slogan erano diretti contro la premier Giorgia Meloni, accusata di complicità con Israele. Esposti anche fantocci di cartapesta raffiguranti la premier accanto a Benjamin Netanyahu.
Presenti esponenti di Movimento 5 Stelle e Partito Democratico, reduci dalla Flotilla per Gaza, tra cui Marco Croatti, Arturo Scotto e Annalisa Corrado. Il messaggio originario di pace e solidarietà si è però diluito, travolto da episodi di violenza e simboli estremisti.
Il prefetto di Roma Lamberto Giannini ha sottolineato che, “nonostante la presenza di persone intenzionate a creare disordini, è stato garantito il regolare svolgimento della manifestazione”. Dalla premier Meloni è arrivato un “sentito ringraziamento alle forze dell’ordine per il lavoro straordinario svolto” e la “vicinanza agli agenti feriti”.
Alla fine, il corteo per Gaza ha mostrato due volti: quello di una piazza solidale e pacifica, composta da famiglie e cittadini comuni, e quello di una minoranza violenta che, coperta dal fumo dei fumogeni, ha tentato di trasformare Roma in un campo di battaglia.