
Roma, addestratore cinofilo arrestato con 170 chili di stupefacenti
Una segnalazione per maltrattamento di animali da combattimento ha portato gli agenti della Polizia Locale di Roma Capitale a scoprire, nel quartiere Dragona, uno dei più grandi depositi di droga mai sequestrati negli ultimi anni. Nel casale di un 51enne addestratore cinofilo, gli uomini del gruppo Spe (Sicurezza pubblica emergenziale) hanno trovato 165 chili di marijuana e 5 chili di cocaina purissima, nascosti tra il salotto e la camera da letto.
Secondo le stime degli investigatori, la sostanza sequestrata avrebbe potuto fruttare oltre mezzo milione di euro una volta immessa sul mercato. L’uomo è stato arrestato e trasferito in carcere, mentre tutto il materiale è stato posto sotto sequestro.
L’operazione è scattata a seguito di diverse segnalazioni giunte negli ultimi mesi al comando generale, che sospettavano la presenza di cani addestrati per combattimenti clandestini all’interno di una villetta alla periferia sud della Capitale. Gli agenti, una volta arrivati sul posto, hanno trovato quattro animali, due mastini e due pitbull, ma tutti in ottime condizioni di salute. Il loro compito, come è poi emerso, non era quello di combattere, bensì di sorvegliare un ingente carico di droga.
Durante l’ispezione, i caschi bianchi hanno percepito un forte odore di hashish provenire dalle stanze del casale. Le successive perquisizioni hanno permesso di rinvenire panetti di marijuana accatastati nel salotto e, in camera da letto, cinque chili di cocaina di elevata purezza. Nel corso del blitz sono stati trovati anche mille euro in contanti e alcune bilance di precisione, indizi che confermano il ruolo del 51enne come figura attiva nella rete di distribuzione.
Secondo una prima ricostruzione, l’uomo avrebbe messo a disposizione la propria abitazione come centro di stoccaggio e smistamento per conto di un gruppo criminale. Gli investigatori ritengono che la droga fosse destinata a rifornire le piazze di spaccio del litorale romano, da Ostia ad Acilia, fino a Pomezia, aree dove negli ultimi mesi si registrano tensioni tra bande rivali per il controllo del territorio.
Le indagini, coordinate dal comando generale della Polizia Locale e dal gruppo Spe, proseguono per individuare i canali di approvvigionamento e i complici coinvolti nella rete. Il maxi sequestro, sottolineano gli inquirenti, rappresenta un duro colpo al traffico di stupefacenti nella zona sud di Roma.
Sull’operazione è intervenuto anche il Sulpl (Sindacato unitario lavoratori polizia locale), che in una nota ha chiesto maggiore riconoscimento per il ruolo operativo dei vigili urbani: «Il maxi sequestro dimostra come le polizie locali svolgano compiti di polizia a tutti gli effetti. È doveroso garantire agli operatori le stesse tutele e diritti delle forze dell’ordine».
Un episodio che, oltre a svelare un importante snodo dello spaccio romano, riaccende il dibattito sulle condizioni di lavoro e le garanzie giuridiche per la Polizia Locale impegnata quotidianamente in attività ad alto rischio.