
Roma: 50 femminicidio dal 2019, il tremendo flagello per la Capitale

La città eterna, Roma, è stata negli ultimi anni teatro di un’escalation preoccupante di femminicidi, raggiungendo la cifra sconcertante di 50 casi solo nell’ultimo quinquennio. Questo triste primato emerge dai dati forniti da Carla Centioni, presidente di “Ponte Donna” e responsabile di centri antiviolenza nella Capitale e provincia.
L’allarme si estende anche alle violenze sessuali, con oltre 2.500 casi registrati nel Lazio negli ultimi cinque anni, di cui oltre 500 solo nella città di Roma nel 2023.
Davanti a questa emergenza, le opposizioni in Regione non restano inermi. Un convegno svoltosi recentemente ha evidenziato la necessità di un cambio di rotta urgente. Marta Bonafoni, Marietta Tidei, Claudio Marotta, Alessandra Zeppieri e Adrian Zuccalà, insieme a diverse realtà associative, hanno promosso l’iniziativa “A scuola di affettività. Educare alle relazioni per prevenire la violenza di genere”.
Il focus è su un’educazione che parta dai contesti scolastici, diffondendo i valori dell’uguaglianza e del rispetto per contrastare la cultura patriarcale radicata, che alimenta la violenza di genere. Gli obiettivi sono ambiziosi: rendere l’educazione all’affettività una disciplina scolastica nazionale e garantire risorse per percorsi educativi e programmi di sensibilizzazione. Si richiede anche un rilancio dei consultori del Servizio Sanitario Regionale per l’educazione alla sessualità nelle scuole.
L’impegno delle opposizioni è chiaro: è necessario intervenire ora per invertire questa tendenza drammatica. L’educazione diventa quindi un’arma potente nella lotta contro i femminicidi e le violenze di genere, una speranza per un futuro più sicuro e rispettoso per tutte le donne.
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