
Rischio radicalizzazione tra i giovani musulmani delle periferie

Quarticciolo, Centocelle, Tor Bella Monaca: sono questi i quartieri della Capitale finiti sotto la lente dell’antiterrorismo. L’intelligence ha lanciato un’allerta per il rischio di radicalizzazione nelle seconde generazioni di immigrati di religione islamica, particolarmente esposte all’esclusione sociale e utilizzate come manovalanza nelle piazze di spaccio. Queste aree urbane, caratterizzate da problemi sociali e criminalità, si stanno trasformando in focolai di ribellione e violenza, alimentati dal senso di emarginazione e dall’assenza di un processo efficace di integrazione.
Le forze dell’ordine temono che questi giovani musulmani, esclusi dalla società e privi di prospettive, possano essere attratti dall’ideologia estremista, utilizzando il disagio e la rabbia come detonatori per azioni violente. In particolare, il rischio è che trovino un’identità alternativa e un senso di appartenenza proprio in movimenti radicali che sfruttano il malcontento sociale. Gli investigatori stanno monitorando i canali del deep web, dove spacciatori e broker del narcotraffico operano per reclutare nuove leve. Tra loro, molti giovani dei quartieri popolari, sempre più spesso coinvolti in attività criminali che li portano ai margini della società.
L’allerta dell’intelligence è particolarmente alta in vista del Giubileo del 2025, quando Roma sarà al centro dell’attenzione internazionale e potenziale bersaglio di atti violenti. I quartieri periferici come Centocelle e Torpignattara sono già monitorati dai servizi di sicurezza, che stanno predisponendo un piano di prevenzione. I profili a rischio includono non solo i giovani marginali, ma anche coloro che mostrano segni di radicalizzazione di stampo ideologico, spesso alimentata dalla propaganda online.
Secondo i dati raccolti, il rischio di radicalizzazione è strettamente legato alla mancanza di integrazione e alle difficili condizioni di vita nelle periferie. In quartieri come Quarticciolo, l’abbandono sociale e la presenza di criminalità diffusa creano un contesto fertile per il reclutamento in circuiti di illegalità e violenza. Non è raro che i giovani, senza opportunità di lavoro e con un’istruzione precaria, trovino nello spaccio e in attività illecite una fonte di reddito e un’identità alternativa.
L’allarme lanciato dall’intelligence evidenzia la necessità di un intervento sociale mirato. Per contrastare efficacemente la radicalizzazione, le autorità chiedono maggiori risorse per progetti educativi e inclusivi, che possano offrire ai giovani un’alternativa reale. L’obiettivo è costruire un senso di appartenenza alla comunità, evitando che l’emarginazione spinga verso il crimine e l’ideologia estremista.
Con il Giubileo alle porte, Roma si trova ad affrontare una sfida cruciale: garantire la sicurezza, ma anche il futuro delle sue periferie, trasformando i luoghi di disagio in spazi di crescita e inclusione.