
Quarticciolo, il quartiere si ribella alla militarizzazione dell’area

Al Quarticciolo, periferia est di Roma, il decreto Caivano del Governo Meloni ha acceso il dibattito. Inserito tra i sei quartieri italiani destinatari del piano anti-degrado, il Quarticciolo vede un futuro incerto per le sue iniziative sociali. Pietro Vicari, tra i promotori della protesta, avverte: “Cancellare i presidi positivi come il doposcuola e lasciare 40 persone senza casa significa favorire lo spaccio“. Il quartiere, dove solo il 54% dei residenti in età lavorativa ha un impiego stabile, è anche un centro nevralgico per traffici di crack, eroina e cocaina. Eppure, i residenti rivendicano un “modello Quarticciolo” fatto di inclusione sociale, cultura e attività comunitarie, alternative alla criminalità.
Nel cuore del quartiere, l’ex questura rappresenta un simbolo di speranza, ospitando progetti come una palestra popolare, una biblioteca, un ambulatorio gratuito, e un doposcuola. Tuttavia, con il decreto, queste realtà rischiano di essere sgomberate. “Non è questo il modo di combattere lo spaccio,” afferma Fabrizio Troya, allenatore della Palestra Popolare, “qui non si vende droga, ma si costruisce comunità.” Le istituzioni locali, come il presidente del V Municipio Mauro Caliste, riconoscono l’importanza di questi presidi, sottolineando che il quartiere ha bisogno di risorse per la riqualificazione, non di una “logica di militarizzazione”.
Le manifestazioni, che hanno visto la partecipazione di centinaia di cittadini e rappresentanti della sinistra, chiedono un cambio di prospettiva: rafforzare l’offerta culturale e le infrastrutture sociali, anziché militarizzare il territorio. L’Assessore alla Cultura di Roma, Massimiliano Smeriglio, ha ribadito che “rafforzare i presidi positivi è l’unica direzione possibile per affrontare il disagio sociale e contrastare l’illegalità“.
La Questura ha già annunciato un’intensificazione dei controlli per presidiare il territorio e contrastare la criminalità, mentre il minisindaco Mauro Caliste ha espresso apertura al confronto con i residenti. Le opinioni rimangono polarizzate: c’è chi ritiene imprescindibili le operazioni repressive per liberare il quartiere dagli spacciatori e chi, invece, pone l’accento sull’urgenza di politiche di rigenerazione urbana per ridare dignità agli spazi pubblici. La sfida del Quarticciolo, dunque, è duplice: ripristinare l’ordine e promuovere un rilancio sociale che possa garantire ai cittadini una convivenza pacifica e un futuro più promettente.