
Questo il grido d’allarme della Federazione dei Lavoratori Pubblici e delle Pubbliche Funzioni, PIAO alla mano.
“La PA è una risorsa strategica per vincere la sfida del Recovery – dice Marco Carlomagno, Segretario Generale della FLP – ma, con un terzo del personale necessario mancante, pensare di poter gestire la ripresa è un’illusione”. Questo il grido d’allarme della Federazione dei Lavoratori Pubblici e delle Pubbliche Funzioni (FLP), PIAO (Piano Integrato di Attività e Organizzazione) alla mano: “I numeri parlano chiaro – dice il segretario – la carenza media degli organici nella PA è di circa il 30%. Il che vuol dire che a fronte di 3 milioni di dipendenti, manca 1 milione di lavoratori: al Fisco mancano all’appello 15mila dipendenti; l’amministrazione giudiziaria lavora con un organico a malapena sufficiente per lo svolgimento dei suoi compiti – con 9mila dipendenti in meno; all’Agenzia delle Entrate manca circa un terzo del personale, e lo stesso vale per l’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli; l’Inps lavora con il 25% dei dipendenti necessari in meno. Questi sono soltanto alcuni esempi di una Pubblica Amministrazione bloccata da 15 anni sul piano di formazione e investimenti”.
Questioni di vitale importanza per la PA, a cui si aggiunge quella del PNRR. Perché se è vero che con il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza andranno assunte 500 mila persone in più, è anche vero che queste nuove forze non saranno destinate a colmare le lacune che da anni ormai segnano l’organizzazione delle Pubbliche Amministrazioni, sottolinea Flp. “Le assunzioni previste, infatti, non solo saranno a termine, con una durata massima di 5 anni – dice Carlomagno – ma saranno tutte destinate ai progetti del PNRR, lasciando scoperte le posizioni già vacanti: nuovi uffici e transizione digitale, dunque, ma non l’amministrazione ordinaria. L’attuazione del PNRR – continua il segretario generale di FLP – dipende in larga misura dalla capacità di riorganizzare l’attuale Pubblica Amministrazione e l’apporto di nuove competenze ed energie può dare frutti solo se c’è una struttura solida. Il capitale umano è non solo l’asset principale di qualunque organizzazione, ma anche il suo fine: senza nuova linfa nelle PA, il PNRR non potrà che fare un buco nell’acqua”.
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