
Proposta l’abolizione delle plance elettorali: “Sono degradanti e anacronistiche”

In caso affermativo, sarà il sindaco a doversi pronunciare contro la loro installazione.
Maggioranza e opposizione, in Campidoglio, dovranno confrontarsi circa l’ipotesi di bandire il ricorso alle plance elettorali. Con il prossimo referendum del 12 giugno, gli spazi su cui affiggere i manifesti sono tornati a popolare marciapiedi e aree verdi.
“I marciapiedi vengano sventrati e riempiti di bandoni elettorali arrugginiti che non servono a nulla” ha commentato Dario Nanni. Con il suo gruppo ha depositato un atto in cui si chiede al sindaco “di vietare l’utilizzo di questi impianti inutili e dannosi”. Non solo. La proposta comprende anche l’ipotesi di “utilizzare i fondi risparmiati per sistemare i marciapiedi della città. Sono semplicemente anacronistiche. Eppure continuano ad invadere la città”, ha sottolineato il consigliere della lista Calenda.
L’installazione delle plance elettorali preclude del tutto o rende indisponibile una parte dei marciapiedi, finendo in tal modo per ostacolare il passaggio di pedoni e carrozzine. “Bisogna considerare la spesa che sia ha nel sistemarle e nel rimuovere, oltre a quella per necessaria per sistemare i marciapiedi. Insomma – ha concluso Nanni – da qualunque aspetto lo si consideri, il continuo ricorso a questi bandoni elettorali, non sembra trovare giustificazioni. Meglio rinunciare”. All’Aula Giulio Cesare il compito di stabilire che siano effettivamente superate o meno. In caso affermativo, sarà il sindaco a doversi pronunciare contro la loro installazione.