
Occupazioni nelle scuole di Roma: i presidi alla conta dei danni

A Roma, il fenomeno delle occupazioni studentesche continua a coinvolgere diversi istituti, con gravi conseguenze per le strutture scolastiche. Dopo l’occupazione all’Istituto Cine-Tv Roberto Rossellini, conclusa il 3 dicembre, i dirigenti iniziano a fare la conta dei danni, che ammontano a decine di migliaia di euro. Gli studenti, protagonisti di proteste che mirano a denunciare problemi come la sicurezza degli edifici, l’assenza di spazi adeguati e la mancanza di dialogo con le istituzioni, hanno pubblicato sui social le loro motivazioni. Tuttavia, in molti casi, i gesti di protesta si sono tradotti in atti selvaggi di vandalismi: aule imbrattate, lavagne interattive danneggiate o del tutto compromesse e arredi distrutti. Il liceo Enzo Rossi, ad esempio, stima danni per oltre 20mila euro. Non bisogna generalizzare, ma per alcuni “studenti” le occupazioni, più che una forma di protesta, sono servite come valvola per sfogare la voglia di rompere tutto.
Le scuole ancora occupate e quelle a rischio
Attualmente, l’occupazione prosegue al Liceo Virgilio e al Visconti, dove gli studenti hanno organizzato eventi e assemblee per ribadire le loro rivendicazioni. Nel frattempo, altre scuole come il Tasso, il Morgagni e il Righi sono segnalate come a rischio di occupazione, con una situazione che sembra in continua evoluzione. Al Tasso, le proteste dello scorso anno avevano già causato una divisione tra studenti e docenti, portando a un clima di tensione che potrebbe riaccendersi. Mentre alcuni istituti, come il Montessori e il Cavour, sono tornati alla normalità, la mappa delle occupazioni scolastiche di Roma resta ampia e complessa, evidenziando una profonda insoddisfazione tra gli studenti verso le condizioni scolastiche e l’attenzione istituzionale.
Costi elevati e la richiesta di dialogo
Le occupazioni hanno evidenziato l’urgenza di trovare un equilibrio tra protesta e tutela del patrimonio scolastico. I danni causati durante le occupazioni rappresentano un costo pesante per le scuole e per la comunità: il liceo Gullace, prima ancora di essere occupato, ha stimato 2 milioni di euro per il ripristino della sua sede, dopo l’incendio che lo ha devastato. Le proteste sollevano questioni importanti, anche spesso con richieste velleitarie, ma richiedono modalità di espressione che non compromettano ulteriormente il sistema scolastico. Dirigenti e docenti chiedono maggiore responsabilità, mentre gli studenti invocano un confronto costruttivo con le istituzioni per affrontare i problemi alla base delle loro mobilitazioni. Ammesso che davvero i problemi dell’istruzione in Italia siano alla base di tali movimenti. Il dubbio, visto lo stato delle strutture post-occupazioni, c’è.