
Meloni stringe l’asse con Erdogan per frenare gli sbarchi di migranti

Un nuovo capitolo nella strategia italiana contro i traffici di migranti nel Mediterraneo si è aperto con il vertice trilaterale a Istanbul tra la premier Giorgia Meloni, il presidente turco Recep Tayyip Erdogan e il primo ministro libico Abdul Hamid Dbeibah. Un summit che ha segnato l’avvio di una collaborazione concreta e operativa tra i tre Paesi. A sole 48 ore dall’incontro, droni forniti dalla Turchia al governo di Tripoli hanno colpito obiettivi a Sabratha e Zwara, due città costiere note come punti di partenza dei barconi dei migranti. Nel mirino degli attacchi, stabilimenti e fabbriche dedite alla costruzione di imbarcazioni impiegate dai trafficanti. Un segnale forte, che certifica l’esistenza di una triangolazione strategica tra Italia, Libia e Turchia, con l’obiettivo dichiarato di fermare il “mercimonio di esseri umani”, come lo definisce Meloni.
Il vertice arriva all’indomani della sentenza della Corte di giustizia europea che ha bloccato di fatto gli hotspot in Albania, definendo illegittimo il meccanismo automatico di designazione dei “Paesi sicuri”. Un duro colpo per Meloni, che ha però rilanciato aprendo un nuovo fronte operativo in Libia, nel tentativo di contenere una nuova ondata di arrivi. Le partenze dalla Libia sono infatti in forte aumento, complice la crescente instabilità interna. Attualmente l’aumento è contenuto sotto il 10%, ma il governo vuole evitare che ad agosto si raggiungano picchi ingestibili. Il vertice a palazzo Dolmabahçe, a cui ha partecipato anche il capo dei servizi segreti turchi Ibrahim Kalin, ha messo a punto una strategia basata su scambio di informazioni, cooperazione tra forze di sicurezza e azioni preventive per neutralizzare le partenze.
Il riferimento operativo è il modello turco, che ha già prodotto risultati evidenti. A giugno 2025, gli arrivi dalla Turchia sulle coste italiane sono stati appena 424, rispetto ai 908 dello stesso periodo del 2024. Una riduzione significativa che Roma spera di replicare in Libia, con l’aiuto logistico e politico di Ankara. I dossier operativi partiranno già dal prossimo martedì, con la promessa di una collaborazione rafforzata per stanare i trafficanti prima che i barconi prendano il largo. Durante il vertice si è discusso anche del conflitto a Gaza, con Erdogan che ha ribadito la necessità di uno Stato palestinese basato sui confini del 1967 e con capitale Gerusalemme Est. Ma al centro dell’incontro è rimasto il controllo dei flussi migratori, che Meloni considera priorità assoluta in vista delle prossime settimane, in cui il rischio di escalation è concreto. L’asse Roma-Ankara-Tripoli, per ora, si rafforza.