
L’offensiva della variante K, l’influenza che sta mettendo a letto l’Italia
Il periodo festivo, solitamente dedicato al riposo e alla convivialità, si è trasformato per migliaia di italiani in una sfida contro un ospite inatteso e particolarmente aggressivo. La risalita dei contagi dopo i pranzi e le riunioni familiari di Natale ha delineato un quadro sanitario complesso, caratterizzato da quella che gli esperti hanno ribattezzato variante K. Si tratta di un’evoluzione del virus influenzale di tipo A/H3N2, un ceppo che già durante l’estate australe aveva mostrato la sua forza in paesi come l’Australia e che ora, nel cuore dell’inverno europeo, sta raggiungendo il suo picco di massima diffusione.
Le stime fornite dall’Istituto Superiore di Sanità sono eloquenti e descrivono una situazione di forte pressione sul sistema sanitario nazionale. Si ipotizza che il nuovo bollettino possa certificare fino a un milione di nuove infezioni respiratorie acute in una sola settimana. Questa ondata non risparmia nessuno, ma colpisce con particolare virulenza i più piccoli: i dati di RespiVirNet indicano che i bambini sotto i 4 anni presentano un’incidenza di casi tripla rispetto alla media della popolazione. Regioni come Lombardia, Piemonte, Emilia-Romagna e Sardegna sono state le prime a mostrare numeri critici, ma è nella Capitale che l’emergenza si sta manifestando con tutta la sua forza in questi ultimi giorni dell’anno.
A Roma, la situazione negli ambulatori di medicina generale e di continuità assistenziale è indicativa della gravità del fenomeno. Alberto Chiriatti, esponente della Federazione Italiana Medici di Medicina Generale del Lazio, ha sottolineato al Messaggero come i sintomi di questa variante siano particolarmente invalidanti rispetto alle forme stagionali degli anni passati. Secondo il medico, «...la variante K si sta dimostrando particolarmente aggressiva e invalidante. I sintomi sono quelli classici dell’influenza, ma portati all’eccesso: febbre molto alta, anche sopra i 39 gradi, dolori muscolari intensi, tosse secca persistente, una forte astenia...». Questa condizione costringe i pazienti a un isolamento forzato, rovinando i piani per il Capodanno e i rientri dai viaggi natalizi.
Il sistema degli Ambufest romani, i presìdi di cure primarie aperti durante i giorni festivi, è diventato l’ultimo baluardo per evitare il collasso dei pronto soccorso cittadini. In strutture come quella di via Antistio o nei presìdi di Ostia e Civitavecchia, si sono registrati oltre cento accessi giornalieri, segno di una popolazione smarrita di fronte all’intensità dei sintomi. Oltre all’influenza vera e propria, circola anche un mix di virus respiratori ed enterovirus che causano disturbi gastrointestinali, spesso confusi con la classica influenza intestinale.
Per contrastare la diffusione, i medici tornano a raccomandare pratiche che sembravano destinate al passato. L’uso della mascherina sui mezzi pubblici e nei luoghi affollati non è più visto come un eccesso di zelo, ma come una misura di buon senso necessaria per proteggere se stessi e le persone fragili. Come ricorda Chiriatti, «...chi presenta questi sintomi deve contattare il medico di famiglia e restare isolato. È un concetto che abbiamo imparato con il Covid e che resta valido…». Il timore principale riguarda ora la riapertura delle scuole a gennaio, che potrebbe innescare una nuova ondata di contagi tra i giovanissimi, prolungando l’emergenza sanitaria ben oltre l’inizio del 2026.