In occasione dell’80ª Giornata della Memoria, Liliana Segre ha partecipato a una cerimonia presso il Museo della Shoah di Roma, deponendo una corona di fiori sotto la targa che ricorda la deportazione degli ebrei romani il 16 ottobre 1943. Durante l’evento, Segre ha sottolineato come il 27 gennaio, data simbolo della liberazione di Auschwitz, non rappresenti la fine delle sofferenze per chi ha vissuto l’orrore dei lager nazisti. “Eravamo già in marcia verso altri campi, come Ravensbruck, camminando fino al nord della Germania. Oggi celebriamo il 27 gennaio come simbolo, ma noi sappiamo davvero cosa è stato”, ha affermato Segre. La senatrice ha anche visitato una mostra inaugurata pochi giorni fa, con immagini rare girate dagli alleati al momento della liberazione dei campi di concentramento, avvertendo come la memoria debba essere un impegno costante per combattere il riemergere dell’antisemitismo, definito oggi “manifesto”.
La giornata è stata segnata anche da polemiche legate ad alcune scritte proiettate nei giorni precedenti sulla Piramide Cestia, che accusavano di antisemitismo organizzazioni come Anpi, Medici senza frontiere, Croce Rossa e Amnesty International. Questi messaggi, secondo Noemi Di Segni, presidente delle Comunità ebraiche italiane, sono una reazione a prese di posizione ritenute distorsive, come il recente “Stop al genocidio israeliano a Gaza” proiettato sulla stessa piramide da Amnesty Italia. Di Segni ha denunciato come simili paragoni banalizzino la memoria della Shoah e alimentino l’isolamento della comunità ebraica. Anche il Rabbino capo Riccardo Di Segni ha espresso amarezza per l’uso improprio di termini legati al genocidio nazifascista per descrivere eventi attuali.
La giornata si è conclusa con un monito alla riflessione e alla conoscenza storica. “Vorrei che le persone studiassero la Storia, perché leggere certe cose contro gli ebrei mi fa molta tristezza”, ha dichiarato Giacomo Moscati, consigliere della Comunità ebraica romana. Di fronte a un clima di crescente insicurezza, la comunità ebraica risponde rafforzando l’identità e la sicurezza, con nuove sedi di associazioni internazionali e presidi davanti alle scuole. Il ricordo si onora anche con simboli, copricapi e libri sacri in vista, un gesto di resilienza per contrastare ogni tentativo di distorsione della storia.