
Licenze false e truffe Ncc: 51 imputati e un processo per un giro milionario

Un elaborato giro di licenze false, organizzato con precisione e capace di generare guadagni milionari, è finito al centro di un’inchiesta che ha portato 51 persone sul banco degli imputati. Il sistema prevedeva ruoli ben definiti: c’era chi reclutava i clienti, chi riscuoteva somme fino a 40mila euro e chi falsificava documenti ufficiali del Comune, arrivando perfino a contraffare indirizzi PEC. Le licenze Ncc (noleggio con conducente) apparentemente regolari venivano prodotte e vendute grazie a questo meccanismo illecito, che coinvolge accuse gravi come associazione a delinquere, falso e truffa. La prima udienza è fissata per il 25 febbraio 2025, con 45 imputati rinviati a giudizio, 3 prosciolti e altrettanti assolti con rito abbreviato.
I fatti risalgono al biennio 2019-2020, quando, secondo l’accusa del pubblico ministero Francesco Marinaro, un gruppo di 17 persone si sarebbe associato per commettere una serie di reati, tra cui falsificazione di documenti pubblici, sostituzione di persona, truffa e riciclaggio dei proventi. Per eludere l’identificazione, i capi dell’organizzazione avrebbero utilizzato alias per creare società di autonoleggio, attivare utenze telefoniche e gestire pagamenti illeciti. L’indagine ha fatto emergere anche l’utilizzo di un’agenzia di pratiche auto come punto di ritiro della documentazione contraffatta, ingannando ignari autisti che, convinti di acquistare licenze regolari, hanno invece ricevuto documenti falsi.
Tra le accuse principali figura la sostituzione di persona: gli imputati avrebbero simulato di appartenere al personale amministrativo del Comune di Grottaferrata, creando un indirizzo PEC fasullo per inviare nulla osta falsificati destinati alla motorizzazione civile. In questo modo, licenze apparentemente legittime venivano abbinate a nuove auto, ingannando sia le autorità sia gli acquirenti. A processo sono finiti anche una trentina di autisti, accusati di aver presentato licenze false presso le sedi della motorizzazione. L’indagine rivela un sistema complesso e radicato, con gravi ripercussioni per tutti i coinvolti, e pone al centro la necessità di rafforzare i controlli per prevenire futuri illeciti.