
L’estate calda dei cantieri ferroviari. Disagi per i viaggiatori

L’estate 2025 si preannuncia particolarmente complessa per chi viaggerà in treno lungo la penisola. A Roma, cuore nevralgico della rete ferroviaria nazionale, i cantieri legati alla manutenzione ordinaria e alle opere del Pnrr causeranno gravi rallentamenti, con impatti significativi anche sulle tratte dell’Alta Velocità. Come riportato dal Codacons, tra l’11 e il 22 agosto, i tempi di percorrenza tra Roma e Milano saliranno fino a 5 ore e 40 minuti, contro le normali 4 ore. Le ripercussioni si sentiranno anche sulla concorrenza tra mezzi di trasporto: «Aerei e pullman stanno diventando alternative sempre più competitive rispetto al treno», denuncia l’associazione dei consumatori.
Le interruzioni non riguarderanno solo la Capitale. L’intera dorsale AV da Milano a Napoli subirà pesanti variazioni, con ritardi anche superiori alle due ore. La tratta Milano-Napoli, ad esempio, passerà da 4 ore e mezza a circa 6 ore e mezza. Non mancano le conseguenze per le linee regionali: sulla Terni-Roma, tra l’11 agosto e il 5 settembre, i treni non arriveranno più alla stazione Termini, ma potrebbero essere dirottati su Tiburtina, in attesa di conferme ufficiali. Coinvolte anche tratte chiave per il Centro Italia, come la Ancona-Orte, la Roma-Ancona e la L’Aquila-Sulmona, dove saranno i bus sostitutivi a garantire i collegamenti.
Le Ferrovie dello Stato giustificano il caos estivo con un progetto di trasformazione mai visto prima. «Sono attivi in media 1.200 cantieri al giorno», ha spiegato l’AD Stefano Donnarumma, «di cui 500 per la manutenzione e 700 per nuove opere». Il piano 2025-2029 prevede 100 miliardi di euro di investimenti, di cui 62 destinati alle infrastrutture. L’obiettivo è ampliare di 1.000 km la rete Alta Velocità, con l’ausilio dei fondi del Pnrr (13% del totale). Ma i tempi saranno lunghi: si parla di cantieri attivi per i prossimi tre anni. Intanto, da più parti arriva la richiesta di un fondo nazionale di indennizzo per i passeggeri, come proposto da Assoutenti e dal Movimento 5 Stelle, che suggeriscono di impiegare fondi residui ex-Covid per compensare i ritardi.