
L’auto elettrica è un flop. Vendite crollate del 44%

Il mercato dell’auto in Europa sta vivendo una fase di grande difficoltà, confermata dai dati sulle vendite di agosto 2024, che segnano un calo significativo rispetto alle aspettative. Solo 755 mila veicoli sono stati immatricolati, un numero insufficiente per parlare di ripresa. Il settore dell’elettrico, in particolare, ha subito una flessione marcata, con una diminuzione delle vendite del 44% su base annua. I Paesi più colpiti sono la Germania, con un crollo del 50%, e l’Italia, che registra una riduzione del 43.9%. Anche Francia e Spagna non sono esenti da questo trend negativo, evidenziando una crisi che riguarda l’intera area UE.
Le cause di questo rallentamento sono molteplici. Da un lato, la debolezza della domanda di nuovi veicoli, aggravata dalle difficoltà economiche e dall’incertezza sui costi di produzione, ha portato a un accumulo di scorte invendute. Dall’altro, la scarsità di incentivi governativi per l’acquisto di auto elettriche ha frenato gli investimenti delle case automobilistiche, che si trovano così a dover affrontare una doppia sfida: la transizione ecologica e la contrazione del mercato. A ciò si aggiungono gli elevati costi dell’energia e dei materiali, che aumentano i prezzi di produzione e incidono sul prezzo finale dei veicoli.
La crisi del settore automotive si manifesta in modo più evidente nel comparto elettrico, che fatica a trovare una propria stabilità. Nonostante gli ambiziosi obiettivi europei legati alla neutralità climatica entro il 2050, la mancanza di infrastrutture di ricarica adeguate e l’alta competitività dei veicoli tradizionali a benzina e diesel continuano a ostacolare la diffusione di massa delle auto a zero emissioni. Questo rallentamento pone a rischio il raggiungimento delle scadenze del Green Deal europeo, che prevede l’eliminazione dei motori a combustione interna entro il 2035.
A livello di aziende, alcune delle principali case automobilistiche europee, come Volkswagen, stanno affrontando gravi difficoltà, tanto che il colosso tedesco potrebbe essere costretto a chiudere fino a tre fabbriche, con una perdita potenziale di circa 15 mila posti di lavoro. Queste problematiche mettono in luce quanto sia urgente un ripensamento delle politiche industriali e ambientali per sostenere la transizione verso una mobilità più sostenibile. Tuttavia, i segnali non sono incoraggianti: Bruxelles ha posticipato nuovamente l’intesa con la Cina sugli incentivi per la produzione di veicoli elettrici, mettendo ulteriormente a rischio la competitività dell’industria europea sul mercato globale. In questo contesto, l’Italia non fa eccezione. Le vendite di veicoli elettrici nel Paese sono crollate del 43.9%, e l’intero comparto dell’automobile si trova a dover fronteggiare un periodo di forte incertezza. Nonostante le iniziative a sostegno della mobilità sostenibile, come il potenziamento delle stazioni di ricarica e gli incentivi per l’acquisto di auto elettriche, la domanda non riesce a tenere il passo. I costi elevati dei veicoli e la percezione di una rete infrastrutturale ancora insufficiente continuano a frenare gli acquirenti, rallentando di fatto la transizione verso una mobilità più verde.
In conclusione, la ripresa del settore automobilistico appare lontana. Senza interventi urgenti e mirati, sia a livello nazionale che europeo, le prospettive per i prossimi mesi rimangono fosche. Il settore dell’auto, un tempo motore dell’economia europea, rischia di trasformarsi in uno dei comparti più colpiti dalla crisi economica e industriale del continente.