
Intesa sul nuovo contratto per la Sanità: aumenti fino a 172 euro

Dopo mesi di trattative e continui stop, arriva la pre-intesa sul rinnovo del contratto collettivo nazionale del comparto Sanità per il triennio 2022-2024. A firmare l’accordo sono stati quattro sindacati su sei (Fials, Cisl Fp, Nursind e Nursing Up), mentre Cgil e Uil si sono chiamati fuori, ritenendo le modifiche insufficienti. L’intesa riguarda oltre 581mila lavoratori del Servizio sanitario nazionale: infermieri, tecnici, amministrativi e personale sanitario non medico. Tra le principali novità: aumenti in busta paga tra i 150 e i 172 euro mensili, settimana lavorativa ridotta a quattro giorni su base volontaria, possibilità di prestare servizio presso altri enti pubblici o privati, e tutela legale e psicologica in caso di aggressioni sul posto di lavoro.
«Il contratto risponde a molte delle richieste avanzate dai sindacati e offre ai lavoratori un riconoscimento concreto del loro ruolo essenziale all’interno del Servizio sanitario nazionale», ha commentato con soddisfazione Antonio Naddeo, presidente di Aran, l’agenzia negoziale pubblica.
La pre-intesa vale 1,784 miliardi di euro, suddivisi tra le varie voci di indennità. In particolare, 175 milioni saranno destinati al pronto soccorso, 35 milioni all’indennità di specificità infermieristica, e 15 milioni alla tutela del malato. Il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo ha sottolineato che l’accordo «garantisce un aumento medio del 7%, con punte di 520 euro mensili per gli infermieri del pronto soccorso». Inoltre, ha annunciato l’apertura immediata delle trattative per il contratto 2025-2027, sostenuto da 20 miliardi già stanziati.
La segreteria della Cisl Fp ha rivendicato i risultati ottenuti: «Abbiamo garantito tutele, valorizzazione professionale e riconoscimento economico». Anche il segretario della Fials, Giuseppe Carbone, pur firmando l’accordo, ha chiesto una visione più ampia: «Non bastano bonus o riconoscimenti parziali, serve una riforma strutturale». Sulla stessa linea il presidente del Nursing Up, Antonio De Palma: «Questo contratto non chiude le nostre battaglie, le rilancia su basi più solide».
La Fp Cgil e la Uil Fpl, rimaste escluse dalla firma, hanno duramente criticato l’accordo e soprattutto il cambio di rotta del Nursing Up, che fino a poco prima si era detto contrario. «Con amarezza abbiamo preso atto che ha cambiato posizione, dopo aver definito il contratto svilente», si legge in una nota congiunta.
Dal canto suo, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha invitato tutti a guardare avanti: «Il governo ha già garantito le risorse per il rinnovo 2025-2027. Mi auguro si proceda speditamente nell’interesse dei lavoratori».
In attesa delle prossime fasi negoziali, il nuovo contratto rappresenta un primo passo verso una maggiore tutela del personale sanitario, valorizzando il lavoro quotidiano di chi opera in corsia, nei laboratori e negli uffici del sistema sanitario pubblico italiano.