
Il Viminale blocca i cortei pro-Hamas: stop per il 7 ottobre

Il Viminale ha deciso: il prossimo 7 ottobre, giorno che segna l’anniversario dell’attacco di Hamas contro Israele e l’inizio del recente conflitto, non ci saranno cortei o manifestazioni che inneggiano all’organizzazione palestinese. La misura è stata comunicata dal Ministro dell’Interno Matteo Piantedosi, in un contesto di crescente tensione legata alle manifestazioni pro-Palestina previste per la data.
Il provvedimento giunge a seguito dell’annuncio da parte del gruppo “Giovani Palestinesi” di voler organizzare una manifestazione nazionale per celebrare quella che definiscono “la data della rivoluzione”. Tale celebrazione, che coincide con la data dell’attacco di Hamas, ha sollevato preoccupazioni per l’ordine pubblico. Il Viminale ha quindi deciso di vietare qualsiasi corteo o iniziativa che possa esaltare la violenza o inneggiare al terrorismo, sottolineando il rischio di tensioni e scontri nelle piazze italiane.
La decisione del governo, supportata anche dalle forze di sicurezza, si basa sulla necessità di garantire l’ordine pubblico e prevenire episodi di violenza, come quelli visti in altre occasioni simili, come durante la “Giornata della Memoria”, in cui si sono verificati scontri e provocazioni.
Piantedosi ha specificato che, sebbene il divieto riguardi le manifestazioni di chi inneggia ad Hamas o al terrorismo, saranno comunque consentiti raduni pacifici e commemorativi per coloro che desiderano ricordare le vittime del conflitto e schierarsi a favore della pace. Nonostante il blocco dei cortei, il 7 ottobre rimane una data delicata e le autorità temono che alcuni gruppi potrebbero comunque scendere in piazza, rischiando di aggravare la situazione.
Il 7 ottobre 2023, infatti, è considerato una data simbolica per i sostenitori di Hamas, che vedono in quel giorno l’inizio di una nuova fase di lotta contro Israele. Il governo italiano, però, ha voluto mandare un segnale chiaro: nessuna tolleranza per manifestazioni che possano compromettere la sicurezza e l’ordine pubblico.
Nonostante le proteste di alcune organizzazioni, che ritengono il divieto un attacco alla libertà di espressione, il Viminale ha confermato che il provvedimento è necessario per evitare tensioni in un contesto già altamente polarizzato. La decisione non ha effetto, invece, sulle commemorazioni organizzate da gruppi che non sostengono atti violenti, e il Viminale ha assicurato che ci saranno cerimonie ufficiali in ricordo delle vittime del conflitto.
Con questa mossa, il governo punta a garantire la sicurezza in una giornata che potrebbe altrimenti trasformarsi in un potenziale pericolo per l’ordine pubblico. Il messaggio è chiaro: nessuna celebrazione di violenza o terrorismo sarà tollerata in Italia.