
Giubileo dei Giovani a Tor Vergata: un milione in festa con Papa Leone XIV

Una marea di giovani ha invaso Tor Vergata per il Giubileo dei Giovani, un evento che ha unito fede, entusiasmo e desiderio di cambiamento. Da ogni angolo del pianeta – Spagna, America Latina, Myanmar, Sud Sudan, Siria, Stati Uniti – sono arrivati a Roma ragazzi e ragazze con zaini, chitarre, bandiere e sorrisi, pronti a vivere un momento che molti di loro racconteranno per tutta la vita. E mentre Papa Leone XIV saluta dalla Papa-mobile, infrangendo i protocolli per afferrare una pallina o una casacca lanciata dalla folla, l’energia collettiva esplode: «Correvano tutti, anche chi doveva contenere l’entusiasmo alla fine sorrideva».
Quando il pontefice sale sul grande palco accanto alla croce di Tor Vergata, si rivolge ai ragazzi: «Cari giovani, ci ritroviamo nella luce della sera che avanza». Dopo aver portato la Croce del Giubileo insieme a duecento fedeli, Papa Leone invita alla preghiera e alla riflessione, ricordando con commozione due giovani pellegrine scomparse: «Pascal, 18 anni, egiziana, morta a Roma; Maria, 20, spagnola, mai arrivata nella Capitale».
Alle domande dei ragazzi risponde con sincerità, ammonendo contro l’eccesso di tecnologia: «Cercate con passione la verità. I social sono una grande opportunità, ma diventano ambigui se dominati da interessi commerciali che frammentano le relazioni». Sul tema delle scelte, il Papa aggiunge: «Scegliere è un atto umano fondamentale. La scelta per eccellenza è decidere chi vogliamo diventare. Costruite un mondo più umano, cercate la giustizia».
Nonostante la calca e qualche malore gestito con prontezza, l’organizzazione dell’evento si è dimostrata all’altezza. 2.760 bagni chimici, 2.660 punti acqua, 4 milioni di bottigliette distribuite, 70 nebulizzatori, 5.500 operatori tra volontari, forze dell’ordine e protezione civile hanno reso possibile un evento che ha coinvolto oltre un milione di persone su una superficie di oltre 500 mila metri quadrati.
Gigi De Palo, presidente della Fondazione per la Natalità e già tra gli organizzatori della GMG del 2000, osserva: «Rivedo lo stesso entusiasmo. L’unica differenza? Gli smartphone. I giovani non sono cambiati, è cambiato il mondo. E forse oggi c’è persino più speranza».
Sotto il sole clemente d’agosto, i ragazzi ascoltano musica, partecipano alle testimonianze, sventolano bandiere – anche quella della Palestina, simbolo di una pace tanto invocata quanto negata – e condividono sogni con perfetti sconosciuti. Diana, arrivata con un gruppo da Porto Rico, racconta: «Siamo venuti da lontano per conoscere il nuovo Papa e vivere questa esperienza di fede e speranza».
Il popolo di Papa Leone XIV, mite nella voce ma deciso nei messaggi, è partito. E il suo cammino con i giovani è appena iniziato.