
Fiumicino, investì e uccise l’amica: test positivo per alcol e droghe

Un nuovo capitolo si aggiunge alla tragica vicenda di Simona Bortoletto, la 34enne travolta e uccisa il 24 settembre scorso in via Redipuglia, a Fiumicino, dal suo amico e collega Cristiano Maggetti. Dopo la richiesta della Procura di Civitavecchia, che aveva sollecitato gli arresti domiciliari, il giudice per le indagini preliminari ha deciso di disporre una misura meno severa: l’obbligo di dimora nel Comune di Fiumicino.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, quella sera Simona Bortoletto si trovava a casa di Maggetti insieme al figlioletto. Dopo aver trascorso alcune ore insieme, la donna era uscita per rientrare a casa, mentre l’uomo, accompagnato dalla figlia di otto anni, si era messo alla guida della Smart di famiglia per acquistare delle sigarette. Lungo il tragitto, sotto l’effetto di alcol e stupefacenti, Maggetti ha investito la donna, uccidendola sul colpo.
La Procura di Civitavecchia, competente per territorio, ha aperto un fascicolo per omicidio stradale, affidando ai carabinieri di Fiumicino una serie di accertamenti per chiarire se l’incidente potesse nascondere altre responsabilità. L’ipotesi di un gesto volontario, tuttavia, non ha trovato riscontri: la perquisizione domiciliare eseguita a casa dell’indagato ha portato al sequestro di una borsa da donna (non appartenente alla vittima) e di pochi grammi di hashish per uso personale, ma nessuna prova che indichi premeditazione.
Due importanti perizie sono state disposte agli inizi di ottobre. La prima riguarda la copia forense dei cellulari sequestrati, uno appartenente alla vittima e due in uso a Maggetti. Il deposito dei risultati è atteso per il 6 novembre. La seconda, una perizia cinematica, servirà a ricostruire nel dettaglio la dinamica dell’impatto e a chiarire se Simona, prima di essere travolta, possa essersi voltata o abbia cercato di segnalare la sua presenza. Dall’autopsia è emerso che la donna è stata colpita alle spalle, elemento che conferma la mancanza di un contatto visivo con l’autore dell’investimento.
Durante l’interrogatorio del 13 ottobre, Maggetti – assistito dal suo avvocato Mario Mongazzo – ha consegnato al giudice documenti relativi al sequestro della patente, all’iscrizione a un programma di recupero del Sert per tossicodipendenza da oppiacei e a un percorso di supporto psicologico già avviato. “Pur valutata l’estrema gravità del fatto”, ha scritto il gip, il giudice ha respinto la richiesta di domiciliari, optando per una misura alternativa.
La morte di Simona Bortoletto ha sconvolto Fiumicino. Amici, parenti e colleghi della donna, madre di un bambino, attendono ancora risposte chiare su quanto accaduto. Le prime ricostruzioni indicano che la 34enne, camminando con il figlio, avrebbe lasciato la sua mano per aggirare un palo sul marciapiede: proprio in quell’attimo sarebbe sopraggiunta la Smart di Maggetti.
Una distrazione fatale, aggravata dall’imprudenza di chi, nonostante avesse assunto alcol e droghe, si è messo alla guida portando con sé anche la figlia minorenne. L’inchiesta prosegue, in attesa che le perizie chiariscano gli ultimi dubbi su una tragedia che ha lasciato una famiglia distrutta e un’intera comunità in lutto.