
Emanuela Orlandi, rivelazione da verbale del 2008: “Fu mio figlio a rapirla su ordine di De Pedis”

A quasi 40 anni dalla scomparsa è ancora un mistero: da alcuni verbali di qualche anno fa, emergono rivelazioni scioccanti da parte del padre di uno dei presunti rapitori.
Sono trascorsi oltre 39 anni dalla scomparsa di Emanuela Orlandi. Il caso della ragazza rapita e mai trovata è ancora un mistero. Da alcuni verbali di qualche anno fa, emergono rivelazioni scioccanti da parte del padre di uno dei presunti rapitori. Salvatore Sarnataro, padre di Marco, morto nel 2007 e uomo di fiducia della Banda della Magliana, avrebbe svelato nel 2008 di sapere che era stato proprio suo figlio a rapire Emanuela, su ordine del boss Renatino De Pedis. A pubblicare l’incredibile novità è Repubblica: “Dopo aver lungamente riflettuto ho deciso di riferire quanto appreso da mio figlio Marco alcuni anni fa in relazione alla vicenda di Emanuela Orlandi – le sue parole messe a verbale -. Poco tempo dopo il sequestro, ricordo che eravamo a Regina Coeli sia io che mio figlio (accusati per spaccio e detenzione di armi, ndr). Quest’ultimo durante l’ora d’aria mi confessò di aver partecipato al sequestro dell’Orlandi“. Il figlio, dice Sarnataro, gli disse “che per diversi giorni, sia lui che “Ciletto” (Angelo Cassani, ndr) e “Giggetto” (Gianfranco Cerboni, ndr) pedinarono Orlandi per le vie di Roma su ordine di Renato De Pedis, da loro chiamato il “Presidente”. Mio figlio mi disse che dopo averla pedinata per alcuni giorni, ebbero da De Pedis l’ordine di prelevarla“.
“Marco mi riferì che l’avevano fatta salire su una Bmw berlina a piazza Risorgimento ad una fermata dell’autobus. La ragazza – disse allora Sarnataro ai poliziotti – salì sulla macchina senza problemi. Almeno questo mi raccontò Marco. Mio figlio mi disse che erano stati sempre loro a prelevare la ragazzina non mi specificò se erano tutti e tre. Di certo c’era Marco e uno tra “Giggetto” e “Ciletto”, però potevano essere anche tutti e tre perché Marco usò l’espressione “l’abbiamo presa”. Quindi la condussero al laghetto dell’Eur dove li stava aspettando Sergio, che era l’autista e uomo di fiducia di De Pedis. Stando al racconto di Marco, sia la ragazza che l’autovettura vennero prese in consegna da Sergio. Venni a sapere poi che mio figlio, per questa cortesia, ebbe in regalo una moto Suzuki 1100. Non mi ricordo se Marco mi disse chi gli avesse dato la moto, se Raffaele Pernasetti (esponente di spicco della Banda della Magliana, ndr), oppure un’altra persona. Io non so davvero perché Marco decise di raccontarmi del suo ruolo nel sequestro dell’Orlandi, io compresi subito che stava passando un periodo di paura”.