
Edicole a rischio chiusura: il Municipio I le dichiara incompatibili

l futuro di molte edicole nel centro di Roma è sempre più incerto. Il Municipio I ha dichiarato “incompatibili” 25 chioschi storici, senza offrire una soluzione alternativa agli edicolanti. Tra questi c’è Almo Sbardella, la cui edicola a piazza dei Cinquecento è presente da prima dell’inaugurazione della metropolitana nel 1955.
«Siamo stati definiti incompatibili, ma senza aver mai avuto un confronto con l’amministrazione comunale», denuncia Sbardella al quotidiano Il Messaggero. Il problema nasce dal nuovo assetto della piazza, che ha reso il suo chiosco irregolare. «Abbiamo chiesto di essere spostati qui vicino, ma senza successo, almeno finora».
Molti edicolanti hanno cercato di adattarsi alle nuove regole imposte dal Campidoglio, adeguando i chioschi in termini di forma e posizionamento. Tuttavia, per chi si trova in aree ritenute “sensibili”, non c’è stata possibilità di regolarizzazione, un requisito necessario per partecipare ai bandi di assegnazione previsti dalla direttiva Bolkestein. «So di essere in una posizione problematica, vicino a un incrocio e all’uscita della metro, ma ho chiesto senza successo una sede alternativa», afferma Sbardella.
Situazione simile per Stefano Di Persio, che gestisce con il padre un’edicola in via del Tritone. Anche il suo chiosco è stato dichiarato incompatibile a causa dell’assetto della piazzola in cui si trova. «Nessuno ci ha detto nulla, abbiamo appreso tutto dalle chat e dai giornali. Se non rispettiamo i requisiti, potrebbero almeno darci una sede alternativa. E invece nulla, rimaniamo in questo limbo in attesa di comunicazioni ufficiali».
C’è anche chi ha già perso tutto. È il caso di Fabrizio Torzetti, che assiste il padre Massimo nella gestione della storica edicola di via Volturno, presente dal 1895. «Una decina di giorni fa sono arrivate le ruspe per la rimozione forzata del chiosco, che è stato ridotto in macerie», racconta con rabbia. «Per anni abbiamo provato a trovare una soluzione con il Campidoglio. Alla fine avevo accettato di andare via e stavo cercando una sede alternativa. E invece ora mi ritrovo senza chiosco e senza nemmeno un’altra sede». La situazione rimane tesa, con gli edicolanti che chiedono risposte e soluzioni da parte delle istituzioni.