
Contratti pubblici fermi, ma il Governo punta al rinnovo entro il 2025

Il governo punta a sbloccare i rinnovi contrattuali del pubblico impiego per il triennio 2022-2024, ancora in gran parte fermi. Finora è stato siglato solo il contratto delle Funzioni centrali, firmato lo scorso gennaio. Tutti gli altri comparti restano in attesa, ma secondo le previsioni contenute nel nuovo Documento di finanza pubblica, approvato dal Consiglio dei ministri, il 2025 sarà l’anno della svolta.
Le proiezioni tendenziali indicano una crescita della spesa per redditi da lavoro dipendente nelle amministrazioni pubbliche: 201 miliardi nel 2025 (+2,3%), 205,9 miliardi nel 2026 (+2,4%) e 207 miliardi nel 2027 (+0,5%). Per il 2028 è previsto un ulteriore incremento dell’1,7 per cento. Le stime si basano sull’ipotesi che entro il 2025 vengano firmati i contratti per tutto il personale non dirigenziale dei comparti Funzioni centrali, Funzioni locali, Sanità, Istruzione e Ricerca, Vigili del fuoco, Forze armate, Corpi di polizia, carriera prefettizia e diplomatica.
“Per i restanti contratti si ipotizza la sottoscrizione nel 2026”, si legge nel Documento. Intanto, la spesa 2024 è stata di 196,6 miliardi, con un aumento del 4,5% rispetto al 2023. A pesare sul dato ci sono l’erogazione dell’indennità di vacanza contrattuale e gli effetti della tornata contrattuale precedente.
Per rilanciare il dialogo, l’Aran ha convocato le organizzazioni sindacali del comparto Sanità per il 29 aprile. Ma la trattativa resta in salita: “Senza nuove risorse non firmeremo”, ribadiscono Cgil e Uil. Un atteggiamento che blocca anche il tavolo per le Funzioni locali. Diversa la situazione nelle Funzioni centrali, dove il contratto è stato firmato grazie alla maggioranza raggiunta da Cisl, Confsal, Flp e Confintesa.
La spesa aumenterà anche per effetto delle misure introdotte con l’ultima legge di Bilancio: solo per il 2025 si stimano 2,7 miliardi aggiuntivi, cui si sommano le risorse per l’adeguamento dei fondi accessori e delle indennità per la dirigenza sanitaria e infermieristica. Il ministro Zangrillo, infine, lavora a un provvedimento per riallineare gli stipendi degli enti locali a quelli delle amministrazioni centrali e contrastare l’esodo dei dipendenti verso i ministeri.