
Conclave, appello del cardinale Erdo per cambiare la Chiesa

Mancano solo tre giorni all’inizio del Conclave, ma la Chiesa sembra trovarsi ancora in alto mare, priva di una rotta chiara. I cardinali elettori sono alle prese con una serie di problematiche che rendono la situazione particolarmente incerta. Il calo delle certezze sul futuro della Chiesa si unisce a una carenza di candidati di peso e a un corpo elettorale disorientato, che necessità di tempo per arrivare a una decisione definitiva. Ma la pressione cresce, e la decisione non è più rinviabile.
Il Conclave segue un insieme di regole ben definite, con la Costituzione Universi Dominici Gregis che vieta esplicitamente ogni forma di patteggiamento pre-elettorale. L’obiettivo è garantire un voto libero, privo di pressioni esterne. Eppure, in queste settimane, non sono mancate voci che suggerivano accordi segreti tra i cardinali. Una delle voci più insistenti riguardava il cardinale ungherese Peter Erdo, uno dei principali candidati della corrente moderato-conservatrice, che avrebbe dovuto convogliare i suoi voti su Pietro Parolin in cambio di rassicurazioni dottrinali. Un’accusa che è stata prontamente smentita dall’ambasciatore ungherese presso la Santa Sede, Eduard Habsburg-Lothringen, il quale ha utilizzato i social media per dissipare qualsiasi speculazione su un accordo pre-conclave. Questa mossa ha messo in evidenza il livello di tensione e la crescente intensità con cui i giochi si stanno svolgendo all’interno della Chiesa.
Peter Erdo, il cardinale ungherese, ha voluto chiarire la sua posizione in un’omelia che ha suscitato diverse riflessioni. Celebrando la Messa nella storica chiesa di Santa Francesca Romana ai Fori Imperiali, ha parlato di una missione che va oltre le forze umane, un programma di restaurazione che mira a rilanciare l’evangelizzazione. Erdo ha posto al centro della sua riflessione la figura di Gesù Cristo, sottolineando che la missione del futuro Papa dovrà concentrarsi sull’annuncio del Vangelo. Questo approccio sembra rispondere a una critica crescente sulla gestione della Chiesa da parte di Papa Francesco, che in molti ritengono abbia portato la Chiesa in una fase di confusione teologica.
Anche Pietro Parolin, ex Segretario di Stato, non è stato esente da critiche. Alcuni cardinali lo accusano di non aver adottato una politica abbastanza rigorosa contro gli abusi sessuali nel clero. La lettera di Anne Barrett Doyle, fondatrice di una potente rete di associazioni di vittime, ha portato alla luce il discontento di alcune vittime, che chiedono una vera politica di tolleranza zero. Nonostante ciò, il sostegno per Parolin continua a essere significativo, soprattutto tra i membri del corpo diplomatico della Chiesa e alcuni porporati curiali.
Il Conclave si avvicina con un corpo elettorale più diviso che mai. Tra i più discussi, però, non c’è solo il futuro papale, ma anche le questioni politiche mondiali. Infatti, anche il gesto di Donald Trump, che ha pubblicato una foto di sé stesso vestito da Papa, ha suscitato indignazione tra i cardinali, con alcuni che hanno commentato negativamente l’immagine. La risposta a questo gesto ha riacceso il dibattito sulla figura del futuro Papa, con molti che auspicano una figura che rappresenti una sintesi tra le diverse linee di pensiero all’interno della Chiesa.
Il futuro della Chiesa cattolica è ancora avvolto nel mistero, ma il Conclave rappresenterà una svolta decisiva per il cammino che la Chiesa intraprenderà nei prossimi anni. Chi sarà in grado di raccogliere l’eredità di Papa Francesco, un pontificato che ha lasciato il segno ma che, allo stesso tempo, ha sollevato molte critiche? La risposta, come sempre, sarà nelle mani dello Spirito Santo.