
Chirurgo plastico a processo a Roma per due operazioni senza consenso

Una vicenda giudiziaria che getta nuove ombre sul mondo della chirurgia estetica privata. Il dottor Carlo Bravi, già coinvolto nel caso della morte di Simonetta Kalfus a seguito di una liposuzione nel 2025, è stato citato direttamente a giudizio dalla Procura di Roma per un altro episodio avvenuto nel marzo 2024. Secondo l’accusa, il medico avrebbe operato una giovane donna in una struttura non autorizzata, senza personale adeguato e con procedure ritenute scorrette. Le conseguenze sarebbero state lesioni gravissime e una seconda operazione eseguita contro la volontà della paziente.
Secondo la ricostruzione della pm Eleonora Fini, la donna si era sottoposta a un intervento di mastoplastica additiva presso il Poliambulatorio Argos Cinecittà. Bravi le aveva diagnosticato un disturbo che, stando agli atti, «non pare trovare fondamento in alcun documento». L’operazione, eseguita solo dal chirurgo e da un anestesista, si sarebbe svolta «in assenza delle figure professionali necessarie e indispensabili» come strumentisti e infermieri.
A rendere ancora più grave il quadro, la sala operatoria non era autorizzata dalla Regione Lazio per impianti di protesi mammarie in anestesia totale ed era «priva dell’attrezzatura necessaria a monitorare il paziente». L’intervento, condotto con una procedura ritenuta inadeguata, avrebbe provocato asimmetria mammaria, cicatrici e un’infezione non trattata con terapia antibiotica.
Quando la paziente ha sviluppato febbre e un’infezione alla mammella sinistra, si sarebbe presentata per un controllo. Secondo l’accusa, in quell’occasione Bravi e l’anestesista l’avrebbero costretta a un secondo intervento, volto a rimuovere la protesi, nonostante il suo esplicito rifiuto. «Con violenza avrebbero costretto la vittima a subire l’operazione, paventando ulteriori e più gravi conseguenze», si legge nel capo d’imputazione. Alla donna sarebbe stata somministrata l’anestesia mentre era stesa sul lettino, senza alcun consenso scritto né verbale.
Il risultato sarebbe stato un ulteriore peggioramento delle condizioni cliniche: cicatrici aggiuntive e l’indebolimento permanente dell’organo mammario.
Le contestazioni nei confronti del chirurgo sono pesanti: lesioni aggravate e gravissime, violenza privata ed esercizio della professione senza autorizzazioni. L’udienza predibattimentale è fissata per dicembre, quando Bravi dovrà rispondere davanti ai giudici delle accuse della Procura.
Il caso si intreccia con quello più noto di Simonetta Kalfus, deceduta per una grave setticemia dopo una liposuzione eseguita dallo stesso medico un anno dopo i fatti contestati. Una vicenda che solleva ancora una volta interrogativi sulla sicurezza dei pazienti e sul controllo delle strutture sanitarie private.