
Caso-Lando Buzzanca, l’ex compagna rinviata a giudizio

l caso legato alla figura del compianto Lando Buzzanca si arricchisce di un nuovo capitolo giudiziario. Francesca Lavacca, 54 anni, compagna dell’attore scomparso nel dicembre 2022, è stata rinviata a giudizio con l’accusa di circonvenzione di incapace. La decisione è stata presa dal giudice dell’udienza preliminare di Roma, Anna Maria Gavoni.
Secondo la Procura, Lavacca avrebbe approfittato dello stato di “deficienza psichica” dell’allora 86enne Buzzanca, affetto da un disturbo del linguaggio a seguito di una caduta, per indurlo a contrarre matrimonio. Le pubblicazioni erano state affisse nel comune di Canosa di Puglia, dove la donna risiedeva, nell’agosto del 2021. L’accusa sostiene che Lavacca fosse “ben consapevole delle sue condizioni psicofisiche inidonee alla libera autodeterminazione“, e che il matrimonio, poi non celebrato, l’avrebbe resa erede.
Il processo avrà inizio il 3 giugno del prossimo anno. Nel frattempo, il giudice Gavoni ha accolto la costituzione di parte civile di Massimiliano Buzzanca, figlio dell’attore, difeso dall’avvocato Sergio Stravino. Il figlio chiede un risarcimento danni di 100mila euro a Lavacca. La motivazione risiede nelle dichiarazioni che, secondo l’atto di costituzione di parte civile, l’imputata avrebbe rilasciato pubblicamente, etichettando Massimiliano come il figlio che “aveva condannato a morte il proprio padre“. Al contrario, sempre secondo l’atto, Massimiliano e suo fratello si prendevano quotidianamente cura del padre.
Le nozze tra Buzzanca e Lavacca non furono mai celebrate grazie all’intervento dell’amministratore di sostegno dell’attore, l’avvocato Luca Valvo. Quest’ultimo, nell’agosto 2021, aveva chiesto al giudice tutelare di bloccare il matrimonio e di inviare gli atti alla Procura, sospettando una circonvenzione di incapace. Il Tribunale di Roma aveva poi sospeso l’eventuale unione civile in attesa di un’udienza urgente.
Le indagini avevano portato i carabinieri e la Guardia di Finanza ad acquisire la documentazione relativa alle pubblicazioni di matrimonio nel municipio XV di Roma, dove Buzzanca viveva. L’ufficiale di Stato Civile aveva riferito di essere stata contattata da Francesca Lavacca, la quale aveva presentato una procura speciale firmata dall’attore, impossibilitato a presenziare perché ricoverato.
I figli di Lando Buzzanca, sentiti dagli inquirenti, avevano dichiarato che il padre non aveva mai espresso la volontà di sposare la Lavacca, anzi, “ne subiva le intemperanze” quando lei veniva a conoscenza dei loro incontri. Avevano inoltre specificato che, a causa della sua malattia, l’attore non era in grado di firmare alcun documento. Mario Buzzanca, il figlio maggiore, aveva raccontato di un episodio in cui il padre, nel settembre 2020, non era riuscito a fare altro che scarabocchiare nel tentativo di firmare una dedica a un’ammiratrice.
Massimiliano Buzzanca, in una precedente intervista, aveva espresso il suo dolore per la situazione: “Questa signora sono più di 4 anni che massacra la mia famiglia definendoci assassini. Mio padre ci è cascato, ed è diventato il padre degli ingenui“. Il processo che inizierà il prossimo anno farà luce su questa intricata vicenda che ha coinvolto uno dei volti più noti del cinema italiano.