
Caldo estremo, Pronto soccorso sotto stress: si rischia la paralisi

L’ondata di caldo estremo che sta colpendo l’Italia non accenna a diminuire: per almeno altri dieci giorni, ventuno città italiane saranno in allerta massima secondo il Ministero della Salute. Le temperature stanno toccando punte vicine ai 40 gradi e perfino sul Monte Bianco si sono registrati valori sopra lo zero, segnale evidente di un’anomalia climatica diffusa in tutta Europa. Le conseguenze si stanno già facendo sentire: in Emilia-Romagna gli accessi ai pronto soccorso sono aumentati del 5%, in Lombardia si tocca il 15% e in Toscana si arriva addirittura al 20%.
“Le richieste sono aumentate, soprattutto da parte degli anziani. La prima ondata, ogni anno, è sempre la più insidiosa”, spiega a Il Messaggero il dottor Pier Luigi Bartoletti, riferimento romano dei medici di famiglia.
A preoccupare maggiormente è il possibile collasso del sistema sanitario dovuto alla scadenza dei contratti dei medici a gettone, professionisti esterni ingaggiati tramite cooperative. Il decreto bollette del 2023 e quello di giugno 2024 ne limitano l’impiego a un solo ulteriore anno, con pochi margini di proroga. Tuttavia, questa scelta normativa non è stata accompagnata da soluzioni alternative, e da fine luglio molti contratti termineranno senza possibilità di rinnovo.
“Molto semplicemente: non è stato previsto un piano B. Dunque, può essere giusto limitare il fenomeno dei gettonisti, ma senza di loro i pronto soccorso si fermeranno”, avverte il dottor Mario Guarino, vicepresidente della Simeu. Secondo i dati forniti dall’associazione, il 30% dei pronto soccorso italiani dipende da questi contratti, e in alcune strutture si arriva all’80% dei turni coperti da questi professionisti.
A rendere la situazione ancora più grave è la concomitanza con il periodo estivo e le ferie, che riducono ulteriormente la disponibilità di personale medico. Il presidente della Simeu, Alessandro Riccardi, aveva già lanciato l’allarme: “Il maggiore problema è rappresentato dalla carenza di medici e infermieri, aggravata dal caldo e dalla chiusura dei contratti temporanei con le cooperative”. Pierino Di Silverio, presidente di Anaao-Assomed, aveva stimato in 10mila i gettonisti in servizio, ma oggi il numero reale è difficilmente quantificabile.
Nel frattempo, gli accessi ai pronto soccorso tornano ai livelli pre-Covid, ma con patologie più gravi legate agli effetti della pandemia e all’interruzione delle attività di prevenzione. “Con il grande caldo, la situazione si complica ulteriormente”, sottolinea ancora Guarino.
Il bollettino del Ministero della Salute di ieri ha alzato il livello di allerta a bollino rosso per 21 città, quattro in più del giorno precedente. Secondo le proiezioni de ilMeteo.it, l’anticiclone si estenderà ancora, raggiungendo perfino Scozia e Scandinavia, mentre in Andalusia si prevedono picchi di 43 gradi. Un’estate bollente che rischia di travolgere il sistema sanitario italiano.