
“Basta occupazioni”. Presidi e genitori in piazza contro il blocco delle scuole a Roma

Roma torna al centro del dibattito sull’istruzione con una protesta silenziosa e determinata. Questa mattina, docenti, genitori e presidi si sono dati appuntamento in Piazza Santi Apostoli per dire “basta” alle occupazioni scolastiche che, da settimane, stanno paralizzando l’attività didattica in diversi istituti della Capitale. L’appello, lanciato da Isabella Palagi, dirigente scolastica del liceo Virgilio, ha raccolto l’adesione di molti rappresentanti del mondo scolastico, stanchi di vedere strutture vandalizzate e lezioni interrotte. “Non possiamo più accettare che i diritti di tanti vengano calpestati per iniziative illegali”, ha dichiarato Palagi, sottolineando l’urgenza di ristabilire il rispetto per la scuola come bene comune.
Le occupazioni, iniziate in autunno, hanno interessato numerosi istituti superiori romani, tra cui lo storico liceo Virgilio. A queste si aggiungono episodi di vandalismo che aggravano una situazione già critica. Paolo Pulieri, ex preside del Tasso, si unisce al coro di voci preoccupate, definendo queste azioni una “deriva pericolosa che rischia di danneggiare irrimediabilmente la comunità scolastica”. Tra i genitori, molti sostengono l’iniziativa, esasperati dall’assenza di soluzioni e dai continui danni economici causati dalle occupazioni. “È una strada, una lotta civile per il futuro dei nostri figli”, ha commentato ai microfoni un padre presente al presidio.
La manifestazione di oggi rappresenta un segnale forte per il mondo politico e istituzionale, chiamato a intervenire per garantire il diritto allo studio. Anche Tiziana Sallusti, dirigente del liceo Mamiani, ha espresso solidarietà, evidenziando che “le scuole devono tornare a essere luoghi di crescita e confronto, non di scontro”. Il messaggio è chiaro: il dialogo è l’unica via percorribile per risolvere i conflitti, ma non a scapito della legalità. Mentre i presidi romani marciano uniti, l’auspicio è che questa mobilitazione possa servire da esempio per altre città italiane alle prese con situazioni simili.