
Bando per l’oasi naturista di Capocotta, contenzioso e nuove concessioni

Scaduti il 30 dicembre i termini imposti da Roma Capitale per liberare l’oasi naturista di Capocotta, un’area storicamente utilizzata dai naturisti, il contenzioso tra il Campidoglio e i concessionari è scoppiato in tutta la sua intensità. Il Comune ha contestato ai gestori l’assenza di un nulla osta valido per la realizzazione del chiosco, risalente al 1999, ordinando loro di lasciare la spiaggia. I concessionari, tuttavia, sostengono di aver mostrato i documenti necessari, ma questi non sarebbero stati considerati validi dalle autorità. A complicare ulteriormente la situazione, sono arrivate ben 25 offerte al Comune di Roma per l’aggiudicazione di due nuovi chioschi nella stessa zona. Le offerte si riferiscono a lotti esclusi dal precedente bando e successivamente affidati a giugno per la realizzazione di chioschi temporanei destinati a garantire la stagione estiva.
Le nuove concessioni riguardano due aree specifiche: una dove sorgeva il Mecs Village, distrutto da un incendio meno di un anno fa, e l’altra, l’ex Settimo Cielo, danneggiato dalle mareggiate. Il Campidoglio ha deciso di ripubblicare l’avviso per l’acquisizione di offerte per la ricostruzione e l’affidamento dei chioschi, con una durata della concessione di sei anni, rinnovabile una sola volta su richiesta del titolare. Il canone annuo per ciascun chiosco è fissato a oltre 32.600 euro, ma tale somma sarà ridotta dei costi necessari alla ricostruzione delle strutture. L’edificio dovrà essere realizzato in legno e avrà una superficie di circa 80 metri quadrati, comprensiva di bar, cucina, magazzino, infermeria, cinque bagni (di cui uno per persone con disabilità), e un locale privato. Inoltre, sarà disponibile una superficie scoperta di oltre 30 metri quadrati, inclusiva di un patio.
Nonostante la soddisfazione dell’assessora capitolina all’Ambiente Sabrina Alfonsi per l’esito del bando, che ha fatto registrare un’ottima risposta, la vicenda è tutt’altro che chiusa. Il Laboratorio di urbanistica Labur ha infatti presentato un esposto alla Capitaneria di porto, segnalando l’occupazione senza titolo del demanio marittimo da parte del Comune di Roma. Labur ha inoltrato un’istanza di annullamento dei due bandi per l’affidamento dei cinque chioschi, ritenendo che l’area della spiaggia libera di Capocotta venga trasformata illegittimamente in piccoli stabilimenti balneari senza una concessione marittima valida. Secondo Labur, la trasformazione della zona sarebbe avvenuta senza una trasparente gestione amministrativa, poiché nelle planimetrie allegate al bando non comparirebbe la linea Sid, che segna il confine del demanio marittimo.