
Aumenti e novità per gli statali: indennità più alte e possibile anticipo del Tfr

L’ultima decisione del governo porta buone notizie per i dipendenti dei ministeri, con un aumento dell’indennità di amministrazione che si aggiunge ai 165 euro medi lordi mensili previsti dal nuovo contratto. L’aumento, frutto di un decreto firmato dai ministri Paolo Zangrillo e Giancarlo Giorgetti, porterà per quasi tutti i ministeri l’indennità annua a 5.143,99 euro per i funzionari, 3.352,68 euro per gli assistenti e 3.040 euro per gli operatori, con un incremento medio di circa 50 euro al mese. Questo provvedimento mira a eliminare le disparità tra i vari dicasteri, garantendo maggiore equità. Inoltre, l’aumento avrà effetto retroattivo a partire dal 1° gennaio 2023, con il versamento di due anni di arretrati pari a circa 1.200 euro lordi, che si sommeranno ai mille euro previsti dal rinnovo contrattuale.
Parallelamente, si prospetta un’importante novità per tutti i lavoratori pubblici: la possibilità di ottenere un anticipo sul Trattamento di fine rapporto (Tfr). Il ministero del Lavoro, attraverso il sottosegretario Claudio Durigon, ha annunciato che si sta valutando un intervento legislativo per permettere agli statali con almeno otto anni di servizio di richiedere un anticipo fino al 75% del Tfr maturato. Attualmente, il settore pubblico non prevede questa possibilità, a differenza del privato, dove l’anticipo è concesso per l’acquisto della prima casa o per spese sanitarie straordinarie. Il governo sta lavorando con il Ministero dell’Economia per individuare la copertura finanziaria necessaria per attuare questa misura.
Se approvata, l’operazione seguirà regole precise, simili a quelle vigenti nel settore privato. L’anticipo del Tfr sarà concesso solo per esigenze specifiche, come l’acquisto della prima casa o cure mediche straordinarie, e potrà essere richiesto una sola volta nel corso della carriera lavorativa. Inoltre, non ne potranno beneficiare i dipendenti pubblici assunti prima del 2001, che hanno ancora il vecchio trattamento di fine servizio. Il governo sta dunque lavorando per armonizzare il trattamento tra lavoratori pubblici e privati, un passo atteso da tempo che potrebbe rappresentare un significativo miglioramento per il comparto statale.