
Aumentano furti e paura, 5 milioni di italiani hanno un’arma in casa
Circa 14 milioni e mezzo di italiani, pari al 28,6% della popolazione, hanno subito almeno una volta nella vita un furto in casa. Otto milioni hanno vissuto un tentativo di effrazione non riuscito, mentre quattro milioni e mezzo lamentano atti di vandalismo contro la propria abitazione. È quanto emerge dal quarto rapporto Censis-Verisure sulla sicurezza della casa, intitolato “La sicurezza al servizio degli italiani”, realizzato con il contributo del Servizio analisi criminale del ministero dell’Interno.
Dai dati emerge che la paura dei reati in casa è in crescita, nonostante una leggera flessione registrata nel primo semestre del 2025. “Il furto in casa è il reato che gli italiani temono maggiormente di subire”, si legge nel rapporto. Lo pensa il 59% degli intervistati, contro il 48% dello scorso anno. Nel 2024 sono stati denunciati 155.590 furti in abitazione, in aumento del 5,4% rispetto al 2023, e 1.891 rapine, con un incremento dell’1,8%. Tuttavia, tra gennaio e giugno 2025, i furti sono diminuiti dell’8,6%, mentre le rapine hanno segnato un calo dell’11,6%.
Sul fronte della percezione, l’88,8% degli italiani ritiene che la sicurezza sia una “sfida collettiva”, cui devono contribuire lo Stato, le aziende private e i cittadini stessi. La consapevolezza ha spinto molti a investire in strumenti di protezione: l’88,9% delle famiglie possiede almeno un dispositivo di sicurezza, il 67,8% ne ha più di uno e il 64,1% pensa di destinare in futuro più risorse alla sicurezza domestica. La porta blindata resta la barriera più diffusa (65,3%), seguita dal videocitofono (35,1%) e dalla serratura elettronica (11,1%).
Il rapporto fotografa anche le abitudini di prevenzione: l’87% degli italiani non apre la porta agli sconosciuti, il 67,1% chiude a chiave anche quando è in casa, e durante le vacanze il 69,2% evita di pubblicare foto o informazioni sui social. Il 53% avvisa i vicini della propria assenza, mentre il 45,6% chiede a qualcuno di simulare la presenza in casa. Tuttavia, il 17,1% rinuncia del tutto alle ferie per paura dei furti.
Un dato significativo riguarda la diffusione delle armi da fuoco: circa 5 milioni di italiani ne possiedono una e dichiarano che la userebbero per difendersi. Il 52,2% ritiene che dovrebbe essere consentito sparare a un ladro entrato in casa, percentuale che sale al 78,8% tra chi già possiede un’arma. Inoltre, il 20,4% è favorevole a semplificare l’acquisto di armi, e il 50,9% pensa che i cittadini dovrebbero organizzarsi in ronde di quartiere per controllare il territorio.
L’avvocato Cesare Gai, segretario delle Camere Penali di Roma, mette però in guardia: «Per utilizzare un’arma ci deve essere proporzionalità tra offesa e difesa. La legittima difesa è riconosciuta solo se sussiste una minaccia concreta per l’incolumità propria o altrui. Se un ladro sta scappando non si può sparare».
A livello territoriale, i dati confermano che i furti sono più frequenti nelle province più grandi. Roma è in cima alla classifica con 12.537 denunce nel 2024, di cui 8.699 solo nella Capitale, seguita da Milano con 3.152 furti, pari a 23,1 ogni 10mila residenti.
La crescente attenzione verso la sicurezza domestica, unita alla diffusione di sistemi di allarme e tecnologie di controllo, evidenzia un cambiamento culturale profondo: gli italiani, sempre più diffidenti e consapevoli, investono in difesa personale e collettiva, mentre la paura di restare vittima di un furto continua a rappresentare la principale fonte di insicurezza sociale nel Paese.