
Anche gli studenti sono d’accordo sul divieto di smartphone a scuola

A partire da settembre, le scuole superiori potrebbero dire addio agli smartphone in classe, con il divieto che è già in vigore per le scuole elementari e medie. La proposta, firmata dal ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, mira a contrastare gli effetti negativi del loro uso eccessivo, come confermato da ricerche scientifiche. La novità sta non solo nel provvedimento, ma anche nel largo consenso che ha suscitato, coinvolgendo anche una parte significativa della generazione Z, che sembra chiedere regole più rigide e un ritorno alla concentrazione.
Un’indagine commissionata dal Ministero dell’Istruzione rivela che il 76% degli italiani sostiene il divieto, con un particolare appoggio anche da parte degli under 34. Gli studenti, contrariamente a quanto si potrebbe pensare, sembrano appoggiare la misura, con la maggioranza favorevole all’estensione del divieto anche ai social media per i minori di 15 anni, come avviene in Australia. Questo supporto da parte della generazione Z segna un cambiamento di mentalità: non una resistenza alla tecnologia, ma una richiesta di maggiore disciplina e equilibrio nell’uso degli strumenti digitali. La “sobrietà digitale” sta emergendo come un nuovo valore, portando a una visione più riflessiva e meno compulsiva della connessione online.
Il crescente uso indiscriminato degli smartphone tra gli adolescenti ha suscitato preoccupazioni. Secondo la ricerca, il 73% degli italiani teme che i ragazzi possano entrare in contatto con persone pericolose online, mentre il 77% è preoccupato per la condivisione imprudente di dati personali. Inoltre, i problemi legati al cyberbullismo e all’accesso precoce a contenuti inappropriati, come la pornografia, preoccupano una larga parte della popolazione. A queste preoccupazioni si aggiungono gli effetti sulla salute mentale e fisica, come i disturbi del sonno (per il 66% degli intervistati) e la crescente dipendenza da internet, che porta spesso a isolamento e ansia da disconnessione.
Non solo smartphone: anche l’introduzione dell’intelligenza artificiale nelle scuole solleva dibattiti. Il 41% dei genitori è contrario all’uso dell’IA in aula, temendo che possa ridurre l’impegno degli studenti. Tuttavia, se l’uso dell’IA è finalizzato a personalizzare l’insegnamento e supportare gli insegnanti, il consenso sale al 71%. In questo caso, la tecnologia non è vista come una minaccia, ma come uno strumento per migliorare l’esperienza educativa in modo consapevole.