Albuccione: ancora incendi dopo lo sgombero del campo nomadi

05/01/2025

L’area del campo nomadi abusivo dell’Albuccione, a Guidonia Montecelio, continua a destare preoccupazione nonostante lo sgombero definitivo degli ultimi 130 occupanti avvenuto il 19 dicembre. Durante la notte di Capodanno, un incendio ha coinvolto le macerie delle baracche abbattute e i cumuli di rifiuti in attesa di bonifica. Le prime testimonianze indicano la possibile natura dolosa del rogo: alcuni testimoni hanno riferito di aver visto persone incappucciate allontanarsi rapidamente dal luogo dell’incendio a bordo di un’auto. Le fiamme, divampate intorno alle 18:30, hanno richiesto l’intervento dei vigili del fuoco, della polizia locale e dei carabinieri per circa tre ore prima di riuscire a mettere in sicurezza l’area. Il sindaco Mauro Lombardo ha seguito personalmente le operazioni, sottolineando l’importanza di completare al più presto la recinzione dei terreni, di proprietà della Asl, e di reperire i fondi necessari per la bonifica.

Lo sgombero del campo nomadi dell’Albuccione ha rappresentato la fase finale di un percorso iniziato un anno fa dal Comune di Guidonia Montecelio. Il piano di progressivo svuotamento della baraccopoli mirava a favorire l’uscita volontaria degli occupanti, che erano circa 250 all’inizio delle operazioni, tra cui 121 minori appartenenti alle comunità rom, caminanti e sinti. L’incendio del 14 agosto 2024, che ha distrutto buona parte del campo insieme a rifiuti pericolosi, ha accelerato le operazioni di sgombero. Per sostenere gli occupanti nel trovare sistemazioni regolari, il Comune ha stanziato circa 60mila euro in contributi straordinari una tantum: 500 euro a persona e 1.000 euro per coloro con disabilità gravi. Nonostante lo sgombero, resta ancora da risolvere la questione della bonifica di un’area fortemente inquinata. La Asl, proprietaria dei terreni, è stata riconosciuta come “possessore incolpevole”, una condizione necessaria per accedere ai fondi del Ministero dell’Ambiente destinati ai cosiddetti “siti orfani”, ovvero aree contaminate in cui non è possibile individuare un responsabile specifico.

L’amministrazione comunale ha già stanziato 120mila euro per la bonifica della parte interessata dall’incendio dello scorso agosto. Tuttavia, la situazione rimane critica: a meno di un mese di distanza dal primo rogo, un secondo incendio, verificatosi l’11 settembre, ha causato una nube tossica che ha portato alla temporanea chiusura delle scuole del quartiere. Anche in quel caso, si è sospettato un gesto doloso. Il Comitato di quartiere Albuccione ha espresso la speranza che le operazioni di bonifica procedano rapidamente per restituire vivibilità alla zona. «Subiamo questa situazione da troppi anni – hanno dichiarato ai cronisti i residenti –. La nostra area è diventata invivibile. Ora speriamo in una riqualificazione definitiva che metta fine a questa emergenza».

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