
Roma, commercianti esasperati dai cortei Pro Pal: “Perdite fino al 50%”

Due settimane di proteste, due settimane di difficoltà e perdite pesanti per i commercianti di Roma. Le mobilitazioni pro-Palestina che hanno attraversato il centro della Capitale hanno lasciato dietro di sé non solo tensioni e traffico in tilt, ma anche un duro colpo all’economia locale. Gli esercenti parlano di incassi ridotti tra il 15 e il 50% e di una clientela ormai scoraggiata a raggiungere i locali. A tracciare il bilancio è Romolo Guasco, direttore di Confcommercio Roma, che chiede soluzioni concrete: «Bisogna rivedere la gestione dei parcheggi e della Ztl per incentivare gli acquisti nei giorni in cui non ci sono i cortei».
Alla perdita di clientela si sommano i danni materiali subiti durante gli scontri di sabato scorso, quando gli antagonisti infiltrati nel corteo pro-Palestina hanno scatenato una vera e propria guerriglia urbana all’Esquilino. Fioriere divelte, vetrine danneggiate e locali costretti a chiudere per paura. A farne le spese, in particolare, i commercianti di via Merulana e via dello Statuto. Simone Braghetta, presidente dell’associazione dei commercianti della zona, spiega al Messaggero: «Dipende dalle attività, ma le perdite vanno dal 15% al 30%. È l’ennesimo colpo per chi ogni mattina apre per lavorare e si trova davanti tavoli vuoti e clienti terrorizzati».
I racconti dei ristoratori testimoniano una situazione sempre più insostenibile. «Quando sono esplosi i primi petardi, la gente è scappata via lasciando i piatti sul tavolo. Una coppia di turisti tedeschi mi ha chiesto cosa stesse succedendo, incredula. È una pubblicità pessima per Roma», racconta sempre al Messaggero Gianluca Rondoni, titolare del ristorante “Da Michele”. «Una tavolata da undici persone ha disdetto all’ultimo perché non riusciva ad arrivare per le strade chiuse. Noi lavoriamo soprattutto nei weekend, se dobbiamo chiudere per i cortei parliamo di perdite da 2mila euro a sera».
Anche altri esercenti confermano il calo drastico di clienti. Le difficoltà non risparmiano neppure le catene di ristorazione e i blocchi, inoltre, ostacolano anche i rider: le consegne diventano impossibili e i clienti rinunciano ad acquistare sulle piattaforme online, aggiungendo ulteriore perdite per i locali che preparano i cibi da asporto.
La situazione non è migliore per i negozi di abbigliamento. Non solo i romani sono dissuasi dalle proteste a raggiungere il centro, per timore di rimanere imbottigliati nel traffico o coinvolti negli scontri, ma anche i turisti vengono tenuti alla larga. E il problema, lamentano gli esercenti, è che le manifestazioni toccano sempre le stesse zone, così da penalizzare in maniera grave chi ha un’attività in quei quartieri, mentre altri non vengono toccati minimamente.
Dopo tanti incontri con le autorità, le soluzioni ancora non arrivano. I commercianti, stanchi e preoccupati, lanciano un appello: «Se non risolvono presto, qui si rischia di esasperare gli animi».