
Global Sumud Flotilla, fine dei giochi: nessuna barca è arrivata a Gaza

Si è conclusa con il fermo di oltre 450 attivisti, tra cui 46 italiani, l’operazione della marina israeliana contro la Flotilla diretta a Gaza. «Nessuna delle imbarcazioni è riuscita a entrare in una zona di combattimento attiva o a violare il legittimo blocco navale», ha dichiarato il ministero degli Esteri israeliano in un comunicato diffuso sui social.
L’azione, durata quasi 20 ore, è iniziata la sera del 1° ottobre e si è conclusa ieri con il sequestro di 41 imbarcazioni e il trasferimento degli attivisti nel porto di Ashdod, da cui sono stati condotti nel carcere di Ketziot, in attesa di espulsione. Il premier Benjamin Netanyahu ha espresso soddisfazione: «Lodo i soldati e i comandanti della Marina militare che hanno svolto la missione in modo professionale ed efficace durante Yom Kippur. Hanno impedito l’ingresso di decine di barche nella zona di guerra e respinto una campagna di delegittimazione contro Israele».
Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha seguito costantemente l’operazione, in contatto con il collega israeliano Gideon Sa’ar: «Sono sollevato dal constatare che le regole di ingaggio siano state rispettate. Ho chiesto garanzie per i cittadini italiani fermati e la massima rapidità nelle procedure di rilascio». Sulla stessa linea il ministro della Difesa Guido Crosetto, che ha ringraziato Israele per la gestione “soft” dell’intervento: «Il blocco navale era già stato considerato legittimo anni fa, dopo i drammatici fatti che causarono dieci morti».
Diversa la posizione internazionale: il presidente turco Recep Tayyip Erdogan ha parlato di «atto di pirateria in acque internazionali», mentre il presidente francese Emmanuel Macron e il premier spagnolo Pedro Sanchez hanno chiesto il pieno rispetto dei diritti degli attivisti e la protezione dei connazionali coinvolti.
Secondo fonti locali, alcune navi della Flotilla sarebbero riuscite ad avvicinarsi a Gaza oltre le 24 miglia, come la Mikeno battente bandiera francese, anche se Israele ha smentito parlando di errore nei tracciamenti gps. Un altro caso riguarda la Marinette, nave polacca con sei passeggeri a bordo, data inizialmente dispersa e poi riapparsa sui radar: per il ministero israeliano verrà fermata prima che tenti di forzare il blocco.
Intanto prosegue la navigazione della Conscience, partita da Otranto il 30 settembre con circa 150 persone a bordo, tra cui giornalisti, medici e tecnici. L’imbarcazione sta raggiungendo le navi della Freedom Flotilla Coalition e della Thousand Madleens, pronte a unirsi al convoglio a circa 200 miglia dalle coste di Gaza. Nonostante i fermi, gli attivisti annunciano che la missione umanitaria andrà avanti, trasformando il blocco israeliano in un caso politico e diplomatico che continua a dividere la comunità internazionale. Se queste missioni saranno poi davvero umanitarie lo si scoprirà in seguito, ma i primi video rilasciati dalle forze israeliane mostrano le stive delle barche della Flotilla desolatamente vuote, senza aiuti di sorta, nè alimentari, nè medicinali.