
Meloni avvia la spending review: tagli a Palazzo Chigi e stop agli sprechi

Negli uffici di Palazzo Chigi cambia l’aria: la premier Giorgia Meloni ha deciso di intervenire con decisione sulle spese considerate “extra”, quelle che spesso alimentano l’immagine della “casta”. Una direttiva firmata a metà settembre dal segretario generale Carlo Deodato ha dato il via a una nuova spending review, in vista della prossima Manovra. L’obiettivo è ridurre del 5% i cosiddetti “consumi intermedi”, con un piano che coinvolgerà non solo la Presidenza del Consiglio, ma anche i ministeri senza portafoglio.
Il documento, visionato dal Messaggero, contiene un elenco dettagliato dei tagli che interesseranno beni e servizi. Nel mirino finiscono benefit tradizionalmente poco graditi ai dipendenti delle amministrazioni: dalle auto blu, soggette di nuovo al tetto massimo introdotto dal governo Renzi, ai pranzi e cene in mensa, fino alle spese per missioni e incarichi di consulenza. “Cancelleria, stampati, carburanti”, recita la direttiva, specificando che anche settori di servizio come le pulizie e la manutenzione ordinaria degli immobili subiranno riduzioni.
Il provvedimento ricorda da vicino la “cura Cottarelli”, adottata oltre dieci anni fa per razionalizzare l’uso delle risorse pubbliche. Allora, le limitazioni riguardarono in particolare l’utilizzo delle auto blu, concesse esclusivamente a ministri e viceministri. Oggi la stretta si inserisce in un contesto ancora più complesso, tra le regole del nuovo Patto di Stabilità europeo e l’aumento delle spese per la Difesa. “Tempi duri per chi deve vigilare sui conti italiani”, si legge nell’incipit della direttiva, a conferma della necessità di una disciplina rigorosa per garantire la sostenibilità del debito pubblico.
Il documento sottolinea con forza il contributo della Presidenza del Consiglio nell’azione di contenimento della spesa pubblica. “È importante ricordare che la presidenza del Consiglio è l’unica amministrazione che contribuisce, sin dal 2013, in via strutturale all’azione di contenimento della spesa”, si legge nella nota. L’impegno si traduce in circa 50 milioni di euro l’anno tagliati dal bilancio di Palazzo Chigi, una cifra che continuerà a essere garantita anche nel 2026. Una misura che, secondo i tecnici, rappresenta un sacrificio necessario: meno benefit e comfort per la macchina governativa, a fronte di un segnale forte di responsabilità nei confronti dei mercati e dei cittadini.