
Roma, inchiesta sul “metodo Diabolik”: ascoltati 5 giocatori laziali

Il “metodo Diabolik” sopravvive al suo ideatore. A sei anni dall’omicidio di Fabrizio Piscitelli al Parco degli Acquedotti, la Dda di Roma indaga su un sistema che, secondo gli inquirenti, avrebbe continuato a esercitare pressioni sui calciatori della Lazio (anche per biglietti) e tentativi di condizionamento indiretto sulla società. Le ipotesi di reato spaziano da estorsioni (spesso tentate) e minacce fino allo spaccio di droga. Nei giorni scorsi i carabinieri del Nucleo investigativo hanno ascoltato come persone informate sui fatti cinque tra giocatori ed ex biancocelesti: Ciro Immobile, Luca Pellegrini, Alessio Romagnoli, Ivan Provedel e Adam Marusic, alcuni già ripresi nel faccia a faccia con gli ultras sotto il settore Ospiti di Monza dopo l’amaro 2-2 di un anno fa. Nessuna denuncia formale dai calciatori: tra paura di ritorsioni e l’idea, sedimentata, che il filo diretto con la curva fosse “normalità”: ma quel filo sarebbe spesso diventato un cappio.
Secondo la ricostruzione investigativa, oltre al traffico di cocaina che lo contrappose ad altri clan, Piscitelli avrebbe mantenuto il controllo della Curva Nord. Dopo di lui, il testimone sarebbe passato ai più fedeli, a cominciare dalla “batteria” degli albanesi: Orial Kolaj (pugile mediomassimi, legato al narcotrafficante Elvis Demce). Gli investigatori di Milano hanno intercettato colloqui tra Kolaj e Andrea Beretta, capo ultrà accusato dell’omicidio di Bellocco (’ndrangheta): contatti che rimanderebbero a rapporti pregressi con Piscitelli. Un mosaico in cui stadio e strada si sovrappongono, tra gradoni e piazze di spaccio.
Il presidente Claudio Lotito ha ingaggiato una guerra aperta al sistema: «Ancora più irriducibile degli Irriducibili contro questo sistema», ha ripetuto in più occasioni, arrivando anche a esonerare o allontanare chi riteneva a rischio collusione. Oggi è in prima linea, nonostante minacce e ritorsioni: «Le istituzioni verificheranno se questi comportamenti nei miei confronti sono leciti o illeciti. Sono tutti monitorati e alla fine si faranno i conti. Come su tutte le cose, prima o poi verrà messo un punto». La Procura guarda anche dentro la S.S. Lazio per delineare ogni responsabilità o vulnerabilità organizzativa.
Gli stessi pm stanno verificando se uno scenario analogo esista nella Curva Sud. Al momento nessun giocatore della Roma è stato convocato, ma le indagini hanno ricostruito un giro di spaccio nei bagni dell’Olimpico gestito da sette ultrà del “Gruppo Quadraro”. A settembre 2023 il loro striscione ha sostituito quello degli storici Fedayn nel muretto 17, cuore della curva: da lì decidevano chi potesse sedersi al centro degli spalti e dove. Gli investigatori hanno documentato anche scontri interni alla tifoseria legati alla spartizione del settore. Ad oggi la Procura contesta spaccio di cocaina in 16 partite casalinghe della Roma nella scorsa stagione. Il possibile legame con i Senese resta da accertare, ma gli indizi puntano anche in quella direzione.
Il quadro che emerge è quello di un ecosistema criminale che prova a condizionare il tifo organizzato e, per riflesso, il club. L’azione congiunta di Dda, forze dell’ordine e società sportive mira a recidere quel filo prima che torni cappio. E a riportare lo stadio al suo significato originario: passione, identità, calcio.