
Piano sicurezza per il derby romano. Vandali contro la targa a Di Bartolomei

Il derby della Capitale accende i riflettori non solo sul campo, ma anche sull’ordine pubblico e sulla memoria cittadina. La Prefettura di Roma ha predisposto un piano straordinario di sicurezza per l’incontro tra Lazio e Roma, atteso domenica all’Olimpico, con circa 60mila spettatori sugli spalti. La decisione nasce dalla necessità di prevenire nuovi disordini, dopo i gravi episodi registrati nell’ultima stracittadina serale di aprile, quando si verificarono cariche, danni a veicoli e 13 agenti rimasero feriti.
Il prefetto Lamberto Giannini ha chiesto il massimo dispiegamento di uomini e mezzi per presidiare non solo l’area dello stadio, ma anche i luoghi abitualmente frequentati dalle tifoserie organizzate. Le forze dell’ordine vigileranno già da sabato sera, con bonifiche preventive all’interno e nei pressi del Foro Italico. Particolare attenzione è rivolta all’ingresso anticipato di piccoli gruppi incaricati di preparare le coreografie: un momento delicato che in passato ha favorito contatti e tentativi di scontri.
In parallelo, a gettare ulteriore tensione è il vandalismo a Villa Lais, dove nei mesi scorsi è stata abbattuta da ignoti la targa dedicata ad Agostino Di Bartolomei, storico capitano della Roma dello Scudetto 1983. L’episodio, avvenuto secondo alcune testimonianze già a giugno, ha suscitato sdegno tra tifosi e istituzioni. Il presidente del Municipio VII, Francesco Laddaga, ha chiarito: «Non è sparita, è stata buttata giù e presa in custodia dai volontari. Si trova in un deposito e presto sarà rimessa al suo posto». Resta invece al suo posto la lapide dedicata a Luciano Re Cecconi, ex calciatore della Lazio, anch’egli ricordato nello stesso parco.
Le autorità temono che episodi simbolici come quello della targa possano alimentare ulteriormente le tensioni tra le tifoserie. Per questo il piano di sicurezza prevede monitoraggi anche sui social network e sui possibili arrivi di gruppi gemellati dall’estero. L’obiettivo è evitare che il derby diventi occasione per vendette, agguati o scontri organizzati, mantenendo alta la vigilanza dentro e fuori l’Olimpico.