
La beffa per 100 OSS all’Umberto I: assunti e poi “rimandati” per un ricorso

Un centinaio di Operatori Socio Sanitari (OSS) vincitori di un concorso al policlinico Umberto I di Roma si sono ritrovati in un limbo kafkiano. Dopo aver ricevuto la comunicazione ufficiale dell’assunzione, con tanto di invito a dimettersi dagli eventuali precedenti impieghi, si sono visti recapitare una seconda PEC con un brusco dietrofront: «Assunzione posticipata per problemi amministrativi». Una doccia fredda che per molti si è trasformata in un vero dramma, ritrovandosi senza il vecchio lavoro e senza la possibilità di iniziare il nuovo, come prospettato.
La situazione ha creato forte disagio tra i lavoratori, ora senza stipendio e nell’incertezza sul proprio futuro professionale. Anche il policlinico Umberto I lamenta le conseguenze di questa impasse. «Dover sospendere queste assunzioni – afferma il direttore generale Fabrizio d’Alba – crea nocumento non solo a quei lavoratori ma anche alla nostra struttura che ne ha assolutamente bisogno e che senza di loro si trova in difficoltà nell’erogazione dei servizi e nell’impossibilità di aprirne di nuovi. C’è un contenzioso in corso al Tribunale del lavoro, ma a prescindere da come andrà, assicuro che in un modo o nell’altro queste assunzioni si faranno». Il DG indica anche una tempistica precisa: «Entro giugno».
Ma cosa ha scatenato questo blocco? A spiegarlo al quotidiano Il Messaggero è Claudio Benedetti, segretario regionale della Uil Fpl Roma e Lazio, sindacato che sta seguendo da vicino la vicenda dei lavoratori. «Accade che nell’ambito del policlinico universitario – spiega Benedetti – una sigla sindacale minore, di categoria universitaria appunto, ha fatto ricorso contro le assunzioni degli Oss previste attingendo al maxi-concorso a livello regionale di cui è capofila Tor Vergata, sostenendo che le assunzioni di personale all’Umberto I debbono essere fatte dall’ente università e non dall’azienda sanitaria. E il Tribunale, in prima istanza, ha dato loro ragione bloccando tutto».
La differente tipologia contrattuale, se nazionale sanitario o universitario, comporta significative differenze per gli OSS, tra cui, ad esempio, la perdita del diritto alla mobilità tra presidi pubblici con un contratto universitario.
L’esposto del sindacato Gilda, contro il quale la Uil ha presentato opposizione, ha così sospeso l’assunzione di 96 lavoratori, collocati tra il duecentesimo e il trecentesimo posto nella graduatoria generale del maxi-concorso di Tor Vergata. Un concorso regionale che ha generato una graduatoria di 1092 vincitori e settemila idonei, da cui stanno attingendo anche altre strutture sanitarie del Lazio. «Il fatto tuttavia – continua il sindacalista – che sia stata disposta una suddivisione a blocchi per chiamata da parte delle strutture ospedaliere, ha finito per “strozzare” i vincitori assegnati all’Umberto I, i quali si sono visti paradossalmente “superati” anche dalle centinaia di candidati che hanno ottenuto meno punteggio in graduatoria ma che, nel frattempo, hanno preso servizio. L’avere strutturato il concorso in questo modo – aggiunge Benedetti – li ha penalizzati in quanto non hanno potuto andare a coprire i posti successivi pur essendosi dimostrati meritevoli in sede di selezione. Infine: nonostante vi sia graduatoria e idonei a Latina per gli Oss è stato indetto un concorso a parte e questo non si comprende».
La vicenda affonda le radici in un «vulnus normativo» legato alla gestione dei policlinici universitari, disciplinata in via transitoria dal decreto legislativo 517/99. A giugno è atteso il giudizio di secondo grado sul ricorso.