
Riforma in arrivo per Roma Capitale: avrà più poteri

Entro maggio potrebbe arrivare il disegno di legge costituzionale per conferire maggiori poteri a Roma Capitale. Il governo, tramite i ministeri alle Riforme e per le Autonomie, sta lavorando per rendere la Capitale più autonoma, portando avanti la discussione che riguarda il trasferimento di funzioni e risorse per dare a Roma gli stessi poteri delle principali capitali europee.
Il disegno di legge ha visto una spinta forte anche da parte della premier Giorgia Meloni, che già nel 2021 aveva proposto un emendamento alla legge di bilancio per avviare il trasferimento dei poteri a Roma Capitale. La bozza più recente, che arriverà al consiglio dei ministri, sarebbe stata modificata alla luce della sentenza della Corte Costituzionale riguardo l’autonomia. Si parla quindi di trasferimento di “funzioni” e non di “materie”, come inizialmente ipotizzato. L’obiettivo è dare maggiore autonomia legislativa e regolamentare a Roma, con risorse economiche più elevate. I 15 municipi della Capitale avrebbero autonomia anche per quanto riguarda la gestione dei bilanci.
Alla Camera sono già state presentate diverse proposte di legge, tra cui quelle del capogruppo forzista Paolo Barelli e del deputato dem Roberto Morassut. Anche i renziani Giachetti e Boschi hanno depositato un testo. Le differenze tra queste proposte non sono sostanziali: tutte riconoscono un ampio decentramento di poteri a favore di Roma, ma senza conferirle lo status di Regione. Le proposte prevedono che la Capitale approvi uno statuto speciale con la maggioranza dei due terzi, dopo un consulto con la Regione.
Il processo di riforma ha ormai superato la fase delle audizioni in Parlamento e la discussione sembra pronta a entrare nel vivo. L’obiettivo dei partiti è completare il primo passaggio entro l’estate, per procedere con il secondo giro di riforme costituzionali. Il sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, ha chiesto che il governo avvii un confronto prima che il testo arrivi in consiglio dei ministri. Gualtieri spinge per un doppio binario costituzionale e ordinario, che permetterebbe di trasferire subito più poteri a Roma, tra cui quelli relativi alla gestione del trasporto pubblico, del piano rifiuti e del Tevere.