
Roma, a giugno la visita del presidente USA Donald Trump

Il faccia a faccia tra Giorgia Meloni e Donald Trump alla Casa Bianca ha aperto la porta a un possibile riavvicinamento tra gli Stati Uniti e l’Unione Europea. Dopo l’incontro, le due leader hanno definito il colloquio come “andato benissimo”, evidenziando i progressi fatti verso un confronto tra Trump e la presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, sulla questione della pandemia tariffaria causata dagli Stati Uniti. L’obiettivo ora è far sedere insieme Trump e von der Leyen a Roma per un incontro che potrebbe risultare storico, previsto prima del vertice Nato all’Aia del 24-26 giugno.
Meloni ha messo in campo una triangolazione strategica tra Roma, Bruxelles e Washington, lavorando in stretta collaborazione con von der Leyen per il bilaterale con Trump. La Commissione Europea ha accelerato sui temi che interessano sia l’Italia che il tycoon, in particolare il cambio di passo sull’immigrazione. Tuttavia, il dossier sui dazi rimane nelle mani della Commissione, mentre Meloni ha potuto sfruttare il dialogo con Trump per avanzare una linea comune su questi temi.
La posta in gioco è alta: riuscire a superare il muro tra l’UE e gli Stati Uniti, con l’Italia che, come uno dei pochi alleati europei graditi a Trump, potrebbe giocare un ruolo chiave. La stima che Trump ha espresso più volte per Meloni è stata ribadita anche dal vice di Trump, J.D. Vance, che ha sottolineato il potenziale di Meloni nel riavvicinare le due sponde dell’Atlantico. Nonostante i temi scivolosi, come la critica al Vecchio Continente da parte di Vance, il pranzo a quattro con Meloni, Vance, Antonio Tajani e Matteo Salvini si è svolto in un clima disteso, con focus su temi caldi come l’Ucraina, il Medio Oriente e le strategie di difesa.
Un altro tema discusso durante il pranzo è stato l’IMEC (India-Middle East-Europe Corridor), un progetto strategico che potrebbe rappresentare un’alternativa alla Via della Seta. La posizione dell’India è stata vista come cruciale per delineare nuovi equilibri geopolitici, con la difesa che continua a essere una priorità nelle relazioni internazionali. Il governo italiano supporta la strategia di smarcamento da Pechino, in linea con gli Stati Uniti, rafforzando l’asse dell’Occidente contro quella che viene considerata una concorrenza sleale da parte dei prodotti cinesi.
Mentre a Washington si consolidava la posizione dell’Italia, a Roma continuava lo scontro politico tra Giancarlo Giorgetti, ministro dell’Economia, e Guido Crosetto, ministro della Difesa, sul bilancio per la difesa. Meloni, pur portando avanti la sua diplomazia internazionale, ha dovuto affrontare queste divisioni interne, che hanno suscitato critiche tra i suoi fedelissimi. La tensione politica interna rischia di minare gli sforzi della premier nel portare avanti una linea comune e forte su temi cruciali come la difesa e gli investimenti.