
Dazi USA, Meloni riunisce la task force per proteggere le imprese italiane

Il governo italiano è in allerta per i nuovi dazi annunciati dal presidente statunitense Donald Trump. La premier Giorgia Meloni ha convocato oggi a Palazzo Chigi, per le 17.30, la task force creata ad hoc per monitorare l’impatto delle tariffe commerciali sul sistema produttivo nazionale. L’obiettivo è quello di analizzare i numeri, settore per settore, e decidere le eventuali contromisure da adottare, con una priorità ben chiara: tutelare le imprese italiane, in particolare quelle più esposte all’export.
“Affronteremo tutto con determinazione e pragmatismo, senza allarmismi”, ha dichiarato la presidente del Consiglio in un videomessaggio rivolto al congresso della Lega a Firenze. Le misure volute da Trump rischiano di colpire duramente l’Italia, Paese fortemente orientato all’esportazione, soprattutto nel settore agroalimentare.
Alla riunione prenderanno parte i ministri dell’Economia, del Commercio estero, dell’Agricoltura, della Difesa, oltre ai due vicepremier Salvini e Tajani. Al centro del confronto, la possibilità di varare un decreto con aiuti mirati alle categorie più penalizzate. L’ipotesi è quella di interventi selettivi, finanziati compatibilmente con i vincoli di bilancio.
Intanto, la proposta avanzata dalla Spagna di istituire un fondo europeo alimentato dai proventi delle controtariffe stenta a decollare per l’opposizione dei cosiddetti Paesi frugali. Meloni, però, è decisa a sollecitare Bruxelles affinché sostenga i comparti d’eccellenza italiani che non intendono cedere sulla qualità.
“Chiederemo ancora all’Europa di rivedere le normative ideologiche del Green deal e l’eccessiva regolamentazione interna”, ha ribadito la premier, sottolineando il rischio di un doppio fardello per le imprese: dazi esterni e vincoli interni.
Il contesto economico generale si fa più complesso. Le stime di crescita per il 2025, secondo alcune anticipazioni, saranno riviste al ribasso: dall’1,2% previsto in autunno a uno 0,8%, con proiezioni ancor più caute da parte della Banca d’Italia. L’Ufficio parlamentare di bilancio ha già segnalato la necessità di maggior prudenza, e lo stesso Tesoro, nel suo programma trimestrale di emissioni, ha confermato l’impegno a riportare il deficit sotto il 3% entro il 2026.
Il ministro Giorgetti ha mostrato cautela rispetto a eventuali piani di sostegno da 14 miliardi come annunciato dalla Spagna: “A parole si possono mettere, poi bisogna vedere”. Intanto, la prossima settimana sarà decisiva anche per l’aggiornamento del piano di bilancio da presentare alla Commissione europea, in vista del rating atteso da Standard & Poor’s.
Meloni si prepara anche a un possibile viaggio a Washington, per tentare un dialogo diretto con Trump e provare a ridurre l’impatto delle misure protezionistiche. “L’unica cosa che ci interessa è fare l’interesse dell’Italia e degli italiani”, ha affermato. Un concetto semplice, ma che dovrà trovare concretezza nei prossimi giorni, tra conti pubblici sotto pressione e un’Europa divisa sulle risposte da dare.