
Il vicepresidente USA JD Vance in visita a Roma a Pasqua

James David Vance, vicepresidente degli Stati Uniti, arriverà a Roma tra il 18 e il 20 aprile, per una visita che mescola aspetti privati e ufficiali. La sua permanenza nella Città Eterna non si limita a momenti di riflessione familiare, ma include anche incontri significativi con le istituzioni italiane, tra cui una discussione con il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni.
La visita di Vance si inserisce in un periodo di grande tensione tra l’Europa e gli Stati Uniti, soprattutto in relazione ai dazi commerciali che rischiano di creare un vero e proprio conflitto economico. Il 15 aprile, infatti, entreranno in vigore i contraddazi dell’Unione Europea sui prodotti americani, un tema che peserà sicuramente durante l’incontro tra il vicepresidente e la Meloni. Nonostante la distanza su numerose questioni politiche, dalle politiche migratorie alla sicurezza, le sintonie tra i due leader sono evidenti, soprattutto in merito alla visione dell’Europa.
«L’Europa si è un po’ persa», ha dichiarato Meloni in linea con le critiche di Vance verso l’Unione Europea, accusata di aver perso la sua autonomia strategica. Tali dichiarazioni, inizialmente provocatorie per alcuni membri dell’UE, sono state accolte dalla Meloni con favore, che ha ribadito la sua posizione conservatrice a favore di un’Europa più forte e indipendente. L’incontro con Papa Francesco, benché auspicato da Vance, potrebbe non concretizzarsi, data la delicatezza delle condizioni di salute del pontefice. Tuttavia, la partecipazione di Vance alla messa pasquale e il suo incontro con il cardinale Pietro Parolin saranno momenti significativi della visita.
Meloni, che sta preparando con attenzione un eventuale viaggio a Washington, segue con discrezione la visita di Vance, sperando di ottenere risultati concreti nella trattativa sui dazi. Il suo approccio cauto riflette la necessità di evitare passi falsi, con l’Europa che continua a mantenere una posizione forte sulle tariffe commerciali. La visita di Vance a Roma, quindi, non è solo una questione di politica interna italiana, ma si inserisce in un contesto più ampio, con la possibilità di influenzare il futuro delle relazioni transatlantiche e della politica economica europea.