
Largo Agnesi, la “base” da cui partono le baby gang

I giardini di Largo Gaetana Agnesi, situati sopra la fermata Colosseo della Metro B, sono un punto panoramico molto frequentato dai turisti, ma anche il teatro di scontri tra giovani bande. Lunedì sera, proprio in questa zona, una maxi-rissa ha coinvolto gruppi di adolescenti, principalmente tunisini ed egiziani. Ad avere la peggio è stato un diciassettenne, colpito con calci, pugni e infine accoltellato. Questo luogo è noto per essere un punto di ritrovo per le baby gang che si sfidano e si muovono lungo la linea B della metropolitana.
Nel 2022, l’allora prefetto Matteo Piantedosi, oggi ministro dell’Interno, aveva imposto un giro di vite sulla gestione delle case famiglia, spesso frequentate da giovani coinvolti in attività criminali. Con il supporto dei commissariati di zona, si era tentato di monitorare gli ospiti più a rischio e far rispettare orari di rientro. Tuttavia, i recenti episodi dimostrano che il problema persiste. Il giovane tunisino accoltellato non ha precedenti, ma risiede in una casa famiglia nei pressi dell’Eur. Ha raccontato alla polizia: «Sono usciti dalla metro e ci hanno assaliti, io fuggendo sono rimasto isolato e mi hanno massacrato».
L’area di Colle Oppio è stata teatro di numerosi episodi legati alla criminalità giovanile. Tra i protagonisti c’è anche uno dei ragazzi evasi dal carcere minorile di Casal del Marmo lo scorso luglio, ritrovato poco dopo proprio nei pressi del Colosseo. Le gang scendono spesso in stazione per rapine di scarpe, cellulari e spaccio di droga.
Gli habitué della zona raccontano: «Sono ragazzini egiziani e tunisini, ma ci sono anche bulle italiane. Largo Agnesi è il loro campo base. Si muovono lungo la Metro B per molestare passeggeri, attivare allarmi antincendio e vandalizzare cantieri». Alcuni arrivano dalla linea Roma-Lido, altri si spostano da Palasport, Magliana, Garbatella fino a piazza Bologna e Santa Maria del Soccorso. Secondo alcuni testimoni, potrebbero essere coinvolti nel trasporto e nascondiglio di droga, soprattutto marijuana, operando come staffette per conto di pusher.
Le baby gang, pur non raggiungendo i livelli di violenza di altre città come Milano, continuano a rappresentare una minaccia per la sicurezza. Il fenomeno non si limita alla microcriminalità, ma è parte di un sistema ben più complesso, con legami con lo spaccio e la criminalità organizzata. Serve un intervento concreto per riportare la legalità in una delle zone più iconiche della Capitale.