
Prezzi in aumento a Roma: caffè, carne e frutta pesano sul carrello della spesa

Il nuovo anno ha portato un lieve rallentamento dell’inflazione a Roma, ma alcuni beni di largo consumo continuano a registrare aumenti significativi. A dicembre 2024, il tasso tendenziale si è attestato all’1,4%, in calo rispetto al 2% del mese precedente. Un dato che segna un allontanamento dai picchi inflazionistici registrati tra il 2022 e il 2024, dovuti in gran parte alla crisi energetica e alle tensioni geopolitiche. Tuttavia, il costo di alcuni prodotti essenziali, come carne, frutta e caffè, continua a salire, incidendo sulle spese quotidiane dei cittadini. Il fenomeno emerge dall’ultima rilevazione dell’indice comunale dei prezzi al consumo, elaborato dal Dipartimento Trasformazione Digitale del Campidoglio sulla base dei dati Istat.
Il confronto tra dicembre 2023 e dicembre 2024 evidenzia rincari su diversi fronti: i prodotti alimentari e le bevande analcoliche sono aumentati del 2%, mentre tabacchi e bevande alcoliche hanno registrato un incremento del 2,6%. Tra gli aumenti più marcati spicca quello di caffè, tè e cacao, cresciuti del 13,1%, un dato che potrebbe presto riflettersi sul prezzo delle tazzine al bar. «Il maggior costo del prodotto crudo potrebbe comportare una crescita dei prezzi delle torrefazioni», spiega ai media Claudio Pica, presidente di Fiepet Confesercenti Roma. Anche oli e grassi (+3,9%), frutta (+3,2%) e carne (+2,4%) risultano più costosi rispetto a un anno fa, così come birra e verdure (+2,2% e +2%). L’inflazione ha colpito anche altri settori, con aumenti nei servizi di ristorazione (+2,9%), negli affitti (+3,8%) e nelle assicurazioni sulla casa e auto (+10,8%). Particolarmente significativo l’aumento delle mense (+14,8%) e dei costi dei servizi di alloggio (+2,3%), che riflettono un più generale rialzo del costo della vita nella Capitale.
Nonostante questi rincari, alcuni prodotti hanno registrato una riduzione dei prezzi. Il pesce e i prodotti ittici sono calati dello 0,2%, mentre i vini segnano un -1,3%. Anche i grandi elettrodomestici (-3,6%), le assicurazioni sanitarie (-4%) e l’istruzione secondaria (-4%) hanno visto una contrazione. Il calo più netto riguarda il settore tecnologico, con gli apparecchi telefonici in ribasso del 17,8%. Infine, il prezzo dello zucchero è rimasto invariato rispetto all’anno precedente.