
Roma, drogata e violentata dall’amico calciatore: shock in aula al processo

«Stavo lavorando quando ho iniziato a ricevere video. In quei filmati c’ero io, incosciente e nuda, mentre venivo violentata da quello che credevo un mio amico». È iniziata con queste parole la drammatica testimonianza di Marta (nome di fantasia), una ragazza 23enne di origini peruviane, davanti ai giudici della quinta sezione penale di piazzale Clodio. La giovane ha scoperto attraverso quei video, dodici in tutto, di essere stata drogata e stuprata in due diverse occasioni, nel gennaio e nell’aprile del 2023, da Moreno Matute Elieser Daniel, un ex calciatore di calcio a 8. L’uomo è ora sotto processo con l’accusa di violenza sessuale aggravata e diffusione illecita di materiale intimo. Quelle immagini, girate dall’imputato e condivise tramite WhatsApp, sono arrivate direttamente alla vittima, gettandola in uno stato di profondo sconforto. «Quando ho visto quei video ho pianto tantissimo, ho pensato di farla finita», ha raccontato Marta, coperta da un paravento in aula, a pochi metri dall’uomo che le ha distrutto la vita.
La ragazza non ha ricordi delle due serate in cui ha subito gli abusi, ma è riuscita a collocare temporalmente le violenze grazie ai vestiti che indossava nei video. «La prima volta è stata a fine gennaio 2023. Ero uscita con degli amici in un locale e poi ci aveva raggiunto Moreno. Mi ha offerto un cocktail, mi fidavo di lui», ha raccontato Marta in aula. Dopo quel drink, il vuoto. «Non ricordo nulla, mi sono risvegliata il mattino dopo a casa, con il mal di testa. Pensavo fosse colpa dell’alcol, poi ho visto i video e ho capito cosa era successo». La seconda violenza è avvenuta ad aprile, con dinamiche simili. Dopo una serata in discoteca, Moreno le ha offerto un’altra bevanda e si è offerto di riaccompagnarla a casa. Nei video del secondo episodio, girati in macchina, si vede Marta dormire incosciente sul sedile posteriore mentre l’imputato abusa di lei. Anche in questa occasione, Moreno ha ripreso la scena con il cellulare, immortalando il momento.
L’imputato, difeso dall’avvocato Leonardo Rosa, sostiene che la ragazza fosse consenziente, ma Marta è stata categorica in aula: «Non ricordavo nulla. Per me lui era un amico. L’ho aiutato tante volte, anche a comprare cose per i suoi figli. Non avrei mai immaginato una cosa del genere». Il trauma subito ha lasciato segni indelebili. «Ho ancora paura di incontrarlo. Per questo sono arrivata tardi in tribunale oggi», ha spiegato la giovane. La scoperta della violenza è avvenuta casualmente a giugno 2023, quando Marta ha ricevuto i video da un numero sconosciuto. A inviarli sarebbe stata l’ex compagna dell’imputato, che ha voluto metterla in guardia. «Guarda chi è il tuo amichetto», le ha scritto la donna, rivelando l’orrore che si celava dietro l’amicizia con Moreno. Le indagini e il processo sono ancora in corso, ma la testimonianza della ragazza ha squarciato il silenzio su una vicenda dolorosa che rischiava di rimanere nascosta per sempre.