
Coppia dipendente dal crack: furto di Natale e indagini sullo spaccio

La tragedia della dipendenza da crack ha coinvolto una coppia romana, fermata il giorno di Natale mentre cercava di rubare casse di frutta da un camion. I due, sulla cinquantina e con un lavoro regolare, avevano speso i soldi destinati agli acquisti natalizi per comprare la droga, cedendo alla schiavitù del crack. Le forze dell’ordine li hanno trovati in evidente stato di alterazione, pallidi e incapaci di muoversi con lucidità. Durante l’interrogatorio, l’uomo ha ammesso di aver acquistato la droga in una piazza di spaccio al Tufello, un quartiere noto per la vendita di stupefacenti. Nonostante i ripetuti tentativi di disintossicazione, il richiamo della droga si è dimostrato irresistibile, portandoli a compiere gesti disperati per racimolare i 100 euro necessari ogni giorno per il loro consumo.
Il crack, giunto in Italia dagli Stati Uniti negli anni ’80, sta avendo una diffusione crescente nelle periferie romane come il Tufello, San Basilio e Tor Bella Monaca. Le piazze di spaccio, spesso collocate in cortili popolari, sono presidiate da organizzazioni criminali ben strutturate, dotate di armi e giubbotti antiproiettile. Le forze dell’ordine monitorano da tempo il fenomeno, effettuando sequestri e indagini per identificare i responsabili del traffico di droga. Le conseguenze del crack sono devastanti: oltre a stati di paranoia e schizofrenia, la sostanza può portare alla morte per overdose. Recentemente, gli investigatori stanno approfondendo la presenza di spazi organizzati dagli spacciatori dove gli assuntori possono fumare indisturbati, aggravando ulteriormente la piaga sociale.
Il problema del crack non si limita agli adulti, ma ha raggiunto anche i giovani. Alcuni anni fa, una complessa indagine ha coinvolto le scuole superiori del quartiere Monte Mario, dove diversi studenti venivano introdotti alla droga. La situazione è emersa grazie alle denunce di genitori preoccupati per lo stato di salute dei figli. Gli agenti, appostandosi fuori dagli istituti, hanno scoperto un sistema di spaccio alimentato da minorenni che utilizzavano bottiglie e lattine trasformate in pipe rudimentali. La svolta è arrivata quando uno studente è stato ricoverato in gravi condizioni, trovando poi il coraggio di denunciare. Questo ha portato all’arresto di una decina di giovani responsabili dello smercio, ma il fenomeno resta un allarme sociale che necessita di ulteriori interventi.