
Crisi a Cinecittà: debiti e verifiche scuotono la fabbrica dei sogni

Cinecittà, simbolo del cinema italiano e internazionale, affronta una crisi economica che sta sollevando dubbi e polemiche. Secondo il bilancio certificato dalla revisione di PriceWaterhouseCoopers, la società rischia di affondare nei debiti, con una voragine stimata in 6,7 milioni di euro. Un duro colpo per un’azienda che aveva chiuso gli esercizi 2022 e 2023 con un piccolo utile, grazie al sostegno del governo Draghi.
Le irregolarità individuate dai revisori hanno attirato l’attenzione del Ministero dell’Economia e del MIC (Ministero della Cultura), ora impegnati in un’indagine approfondita. I principali nodi riguardano le mancate rettifiche di bilancio e le anomalie nei contratti di produzione, in particolare l’utilizzo degli studi di Cinecittà per progetti non rispondenti alle finalità culturali originarie. Tra gli esempi più citati, spicca l’uso delle strutture da parte di produzioni esterne con il vantaggio del tax credit, causando una contrazione dei ricavi e un aumento dei costi operativi.
Secondo Lucia Borgonzoni, sottosegretaria al MIC, la situazione sarebbe il risultato di una gestione poco trasparente da parte della precedente amministrazione. A questa si imputano decisioni che avrebbero favorito il disallineamento tra i costi sostenuti e i ricavi previsti, generando un deficit difficile da colmare. In risposta, l’attuale gestione ha convocato un’assemblea straordinaria per discutere le misure correttive e affrontare le criticità emerse.
Uno dei punti più contestati è l’impatto del tax credit cinematografico, che ha favorito le produzioni internazionali a scapito di quelle locali. Nel 2023, i ricavi industriali ammontavano a 47 milioni di euro, ma il 2024 potrebbe registrare un crollo, con pesanti ripercussioni sull’intero settore. Inoltre, emergono accuse legate a una cattiva allocazione delle risorse, con costi di marketing e produzione apparentemente gonfiati.
Cinecittà, storicamente simbolo di eccellenza creativa, rischia ora di trasformarsi in un terreno di scontro politico ed economico. Il governo e le istituzioni culturali sono chiamati a trovare soluzioni per salvaguardare il futuro degli studi, che rappresentano non solo un patrimonio nazionale, ma anche una delle realtà più iconiche del cinema mondiale.